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27 ago 2014

Mare Nostrum

di Luciano Caveri

Adesso, quando sento evocare per gli sbarchi dei migranti clandestini il nome del porto di Pozzallo, provincia di Ragusa, ho un riferimento visivo, avendo preso una nave da lì. Essendo una delle propaggini estreme della Sicilia, come quell'isola di Lampedusa che conosco ancora meglio, quei luoghi sono una delle mete di quelle barche di vario genere che dalle coste africane approdano in Italia con i ben noti viaggi della speranza. Un mese fa, i richiedenti asilo erano 67mila da inizio anno, ma il numero si è di certo incrementato in queste settimane in cui ogni giorno si verificano sbarchi, incrementati oltretutto da quando è in corso l’operazione nota come "Mare Nostrum".

Sul sito della Marina Militare così viene descritta questa operazione ancora in atto e che oggi sarà oggetto di appositi incontri a Bruxelles fra il ministro della Difesa, Angelino Alfano e la commissaria delegata alla materia, Cecilia Malmström mia amica all'epoca del Parlamento europeo: "L'operazione militare e umanitaria nel Mar Mediterraneo meridionale denominata "Mare Nostrum" è iniziata il 18 ottobre 2013 per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto all'eccezionale afflusso di migranti. L'operazione consiste nel potenziamento del dispositivo di controllo dei flussi migratori già attivo nell'ambito della missione "Constant vigilance", che la Marina Militare svolge dal 2004 con una nave che incrocia permanentemente nello Stretto di Sicilia e con aeromobili da pattugliamento marittimo. L'operazione "Mare Nostrum" ha dunque una duplice missione, garantire la salvaguardia della vita in mare ed assicurare alla giustizia tutti coloro i quali lucrano sul traffico illegale di migranti. Il dispositivo vede impiegato il personale ed i mezzi navali ed aerei della Marina Militare, dell'Aeronautica Militare, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto, personale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana nonché del Ministero dell'Interno - Polizia di Stato imbarcato sulle unità della Marina Militare e di tutti i Corpi dello Stato che, a vario titolo, concorrono al controllo dei flussi migratori via mare. La Marina Militare partecipa, in particolare, con, 920 militari, una nave anfibia "tipo Lpd" con funzione di comando e controllo dell'intero dispositivo. L'unità è dotata di spinte capacità sanitarie di primo intervento con disponibilità di mezzi da sbarco e gommoni a chiglia rigida. Inoltre l'unità ha la possibilità di ricevere a bordo i rappresentanti di altri dicasteri, organismi nazionali ed internazionali coinvolti nell'operazione, due fregate classe maestrale, ciascuna con un elicottero "AB-212" imbarcato, due pattugliatori, classe "costellazioni comandanti", con la possibilità di imbarcare un elicottero "AB-212", ovvero classe "Minerva", di cui una con missione primaria di vigilanza pesca, duee elicotteri pesanti tipo "EH-101" imbarcati sulla nave anfibia, ovvero rischierati a terra su Lampedusa, Pantelleria o Catania come necessario, un velivolo "P180", munito di dispositivi ottici ad infrarosso, rischierato a Pratica di Mare ed un "Lrmp Breguet Atlantic" rischiarato a Sigonella, rete radar costiera della Marina Militare con capacità di ricezione dei sistemi automatici di identificazioni della navi mercantili (AIS). Il Comando del Dispositivo aeronavale è affidato al contrammiraglio Francesco Sollitto imbarcato su nave "San Giusto", unità designata sede di comando. Sulle unità navali del dispositivo, inoltre, è imbarcato personale del Dipartimento pubblica sicurezza - Direzione centrale dell'immigrazione e della Polizia delle frontiere, che con le loro capacità rafforzano i controlli dei migranti direttamente da bordo e il personale volontario sanitario del "Cisom - Corpo italiano di Soccorso dell'ordine di Malta, e della "Fondazione Rava" che si affiancano allo staff medico di bordo. L'operazione "Mare Nostrum" opera congiuntamente e in sinergia con le attività previste da "Frontex", un'istituzione dell'Unione Europea il cui scopo è il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati della UE e l'implementazione di accordi con i Paesi confinanti con l'Unione europea per la riammissione dei migranti extracomunitari respinti lungo le frontiere". Questa operazione, assai costosa, è retta sulle spalle dell'Italia, per quanto quelle siciliane siano coste di un confine comunitario. L'Unione europea in parte finanzia, ma - se ho ben capito - non intende per nulla sostituirsi allo Stato membro, anche se almeno su Malta - altra destinazione dei barconi - dovrebbe intervenire vista la tendenza dei "maltesi" a scaricare sull'operazione italiana i casi che sarebbero di loro competenza. Tenendo oltretutto conto che, secondo ad esempio il Ministro dell'Interno della Baviera, l'Italia farebbe la furba sulle pratiche burocratiche necessarie per spingere i migranti a spostarsi sin da subito verso un altro Paese europeo. "Mare Nostrum" è stata un’operazione importante sotto il profilo umanitario, avendo di fatto evitato molte più morti di quelle che ancora e purtroppo si sono registrate in questi mesi. Ma c'è un "però": questa assistenza da ampio raggio, ben oltre i limiti marini italiani, finisce per essere vantaggiosa per i trafficanti di migranti, che si arricchiscono di questo trasporto degno della tratta degli schiavi. Infatti si è aumentato il margine di sicurezza e dunque per le mafie che si occupano dei trasferimenti, prima in Africa e poi nel Mediterraneo, gli affari prosperano e il numero degli scafisti individuati e processati resta esiguo. Come reagire a questa situazione, che come un'emorragia sanguina sulle coste italiane? Banale ma ovvia la considerazione che più punti di crisi acuta ci saranno nei Paesi del Terzo Mondo e più i flussi dei disperati continueranno. Per cui è bene trovare regole umanitarie che diano mezzi di trasporto e metodi di accoglienza che evitino certi calvari. Questo vuol dire per l'Occidente avere un fronte comune e capire bene che cosa possa essere condiviso. Ma vuol dire anche, attendendo che questo avvenga e non sarà facile, intervenire sulle organizzazioni criminali per evitare che scelte come "Mare Nostrum" finiscano per ingrassare la criminalità.