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09 ago 2014

Per evitare che da "ramo secco" diventi "binario morto"

di Luciano Caveri

Mi par di capire - e la cosa certo mi intristisce - che, a parte la bega sui pagamenti del servizio in essere con "Trenitalia" foriera di guai, sulla ferrovia valdostana (termine geografico, perché per ora la struttura e l'esercizio sono statali) nulla di reale si sia deciso. L’unica scelta concreta, sfortunatissima e degna della "maledizione di Tutankhamon" che aleggia su qualunque forma di trasporto in Valle, è stato il tentato acquisto dei treni bimodali (diesel ed elettrico) da mettere sulla linea che rimarrebbe, intanto, tale e quale a quella ora in esercizio. Per questo è, allo stato, un'incomprensibile "fuga in avanti" questa dei "bifuel", mancando cioè un progetto complessivo che riguardasse in particolare le necessarie migliorie all'infrastruttura. Due appalti andati male per questi treni mostrano, oltretutto, che il bando è stato fatto male in qualche sua parte o almeno così è stato percepito dai concorrenti possibili, ma anche su questo il silenzio è d’ordinanza. Si comunica quanto va bene, non quanto va male. E sul treno ormai dir bene è un’impresa titanica. Della "regionalizzazione", nel disegno a geometria variabile della norma di attuazione, che va dal minimo di una gestione da parte della Valle della linea al massimo di vera e propria cessione della rotaia, si sono perse le tracce per assenza di decisioni certe nel rapporto con il Governo nazionale. Si dice che sia una questione di soldi e può anche essere, ma - in considerazione del rango delle norme di attuazione - tenere tutto fermo per quattro anni è già una sonora sconfitta. Intanto il Canavese si muove. Ricordo un recente dispaccio Ansa: "L'assessore ai trasporti della Regione Piemonte, Francesco Balocco, ha ricevuto in Assessorato il sindaco di Ivrea, Carlo Della Pepa e il vicesindaco di Chivasso, Massimo Concione, sui collegamenti ferroviari fra Torino e la Valle d'Aosta. Presenti anche l'assessore Giovanna Pentenero e una delegazione dei comitati "Pendolari Chivasso-Ivrea-Aosta" e "Pendolari Stanchi Vda". Della Pepa, rimarcando la novità dell'incontro con la Regione "per la prima volta da anni", ha sottolineato i disagi legata all'inadeguatezza strutturale della linea, che provoca ritardi e tempi di percorrenza medi più elevati rispetto ad altre tratte. "Molti disservizi - ha detto Balocco - saranno risolti facendo i lavori concordati con le Ferrovie, che prevedono il raddoppio selettivo della linea in prossimità dell'accesso alle stazioni di Ivrea e Chivasso, l'eliminazione dei molti passaggi a livello esistenti, l'adeguamento della stazione di Chivasso". C’è stato un incontro con la Valle d’Aosta e penso che ce ne dovranno essere altri, perché par di capire che il Piemonte vorrebbe utilizzare per la linea quei soliti soldi - ventisei milioni - che ab origine dovevano riguardare la "lunetta di Chivasso", cioè quella sorta di "circonvallazione" che avrebbe evitato l’attuale sosta in stazione, con il cambio di direzione, che fa perdere tempo. Ma questa "direttissima" verso Torino non è ovviamente mai piaciuta ai chivassesi e su questo, alla fine, hanno vinto loro, con quello che considero ancora un grave errore. Chivasso è ormai indubitabilmente una stazione "fuori dal gioco", non essendo stazione dell’Alta capacità. Al di là del risparmio di tempo che ci sarebbe, evitando Chivasso, per un treno in partenza da Aosta con direzione Torino, c'è dunque una questione ancora più forte in gioco: la marginalizzazione di fatto della tratta "Aosta - Chivasso". Quel che stupisce ancora è il fatto che non ci renda conto che uno dei punti da chiarire subito, per qualunque eventuale lavoro ferroviario, in Valle o nel Canavese, è che cosa ne sarebbe di quei pochi chilometri di linea, fra Pont-Saint-Martin ed Ivrea. Siamo fuori dalla Valle e la tratta non interessa ai piemontesi, essendo ormai da tempo chiuse le locali stazioni ferroviarie e rischiando la linea in questo pezzo di diventare, di conseguenza, un "buco nero" assai negativo per i valdostani se non si faranno i necessari lavori di ammodernamento. L'unica possibilità resta quella di un vasto "accordo di Programma" fra le due Regioni e lo Stato, che però tenga conto delle norme già scritte in norma di attuazione del nostro Statuto. L’impressione, però, è che - intanto per la parte valdostana, mentre per la Giunta Chiamparino si vedrà l’impegno concreto - manchino scelte decisive e ci si trovi dentro delle sabbie mobili, che rallentano tutto ed ogni progettualità può trovarsi come inghiottita. E la linea ferroviaria, già da tempo indicata come "ramo secco" dalle Ferrovie, rischia sempre di più, arrivando, per così dire, ad un punto di non ritorno o, se preferite, al triste destino di essere niente altro che un "binario morto".