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07 mag 2014

Palestra, istruzioni per l'uso

di Luciano Caveri

Se mio nonno paterno, appassionato della ginnastica e dei bagni freddi in epoca ottocentesca, potesse vedere la diffusione attuale delle palestre ne sarebbe di certo stupito. L'esplosione del fenomeno delle palestre è dovuto agli eccessi alimentari, alla sedentarietà e alle macchine che hanno reso più facili certi esercizi per restare o tornare in forma. Se torno indietro di molto - penso a quando andavo da ragazzino alla "Palestra Coni" di Aosta (primo uso antico del termine "palestra" era l'insieme di un immobile o la palestra scolastica), poi rasa al suolo - la palestra in seconda vera e propria era quella sorta di luogo misterioso dove vedevamo allenarsi i pesisti, esercizi che facevano pure una certa impressione. Poi c'è stato il periodo dei "palestrati", genere amici segaligni che si mettevano a far pesi e poi - con qualche pillolina di aiutino - si gonfiavano come dei tacchini. Oggi la palestra è la normalità, ma resta il problema, che la legislazione non ha ancora risolto, di definire regole certe per non finire nelle mani di qualche macellaio. Leggevo, giorni fa, che il Tribunale di Ivrea ha condannato a un anno e tre mesi, per omicidio colposo ed esercizio abusivo della professione, Evasio Gallo, un "personal trainer" che aveva affittato una sauna all’interno del centro "La Serra". E' stato ritenuto responsabile della morte di Monica Muresan, 32 anni, infermiera professionale di origine romena, sposata e madre di due figli. La donna, a fine gennaio del 2010, è deceduta dopo una pesante seduta di jogging e oltre tre ore di sauna, durante un "allenamento" per un dimagrimento radicale. La "cura" consisteva in prodotti naturali, integratori, jogging e sedute di sauna. Secondo il perito del Tribunale, infatti, a causa del suo stato di obesità, l'infermiera - morta per un problema cardiocircolatorio - non avrebbe dovuto subire una dieta così severa e un ciclo di sforzi così duri. Trovo interessante quando scritto da Massimo Nobili, vero e scrupoloso personal trainer, sul suo sito, "Anthopika": "1 - in sauna non si dimagrisce. L’ho già ribadito più volte. In sauna si perdono liquidi, non grassi. Se usciti dalla sauna si pesa di meno è perché abbiamo perso liquidi, che bevendo, reintegriamo immediatamente, riacquisendo il peso di prima; 2 - la sauna ma ancora meglio il bagno turco, vanno fatti per un tempo limitatissimo dopo un allenamento, soprattutto se intenso e di tipo aerobico, in funzione del fatto che abbiamo già depauperato gli zuccheri a disposizione; 3 - quando i chili sono tanti (o troppi), meglio fare un programma a lunga scadenza per ottenere risultati concreti, soddisfacenti e duraturi, altrimenti il risultato sarà quello di riacquistare i chili persi con gli interessi o, nella peggiore delle ipotesi, di "cappottare"; 4 - prima di affidarsi a qualcuno, personal trainer, istruttore di palestra e simili, verificate sempre le competenze acquisite! La vera esperienza, quella che dà reali garanzie alla persona di non incappare in un millantatore, non viene dallo sventolare un "attestato" preso in uno stage di due giorni, né viene dalla massa muscolare esibita dall'istruttore (che spesso è più un "D-istruttore" che altro), ma viene da una formazione concreta e costante che emerge non solo da diplomi o attestati appesi al muro, ma da una competenza che si palesa attraverso pubblicazioni, domande e risposte, spiegazioni e accrediti di altri utenti. In un settore che ha poche regole e pochi controlli, "il gatto e la volpe" sono sempre nascosti...". Bravo, Massimo. La tua spiegazione è un invito al legislatore certo non a intrappolare un'attività in una rete burocratica, ma ad evitare che ciarlatani, delinquenti o incompetenti si occupino con nocumento di chi va a sgobbare in una palestra per star meglio.