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17 giu 2014

Dicono di Noi

di Luciano Caveri

Si è conclusa proprio oggi una breve serie radiofonica, in coppia con Elena Meynet, attraverso la quale, per un totale di dieci puntate, abbiamo visto sulle frequenze di "RaiVd'A" - con ospiti esterni e giornalisti valdostani - "Dicono di Noi", vale a dire quale possa essere l'immagine della Valle d'Aosta all'esterno. Le coppie create "personalità - giornalista" sono state piuttosto assortite, così come i temi affrontati nella mezz'oretta di trasmissione, che ci ha anche consentito di capire i gusti musicali, visto che ciascun "esterno" sceglieva due brani musicali. E' interessante ripercorrere brevemente alcune questioni emerse.

Con Kay Rush (cantante, conduttrice musicale ed alpinista di buon livello) si è apprezzato come ci siano persone che considerano la straordinaria bellezza delle nostre montagne, considerandole uniche e irripetibili. Una visione confermata da Chicco Marcoz ("Ansa"), che ha raccontato anche la sua passione per i "trail", ma ha anche, come cronista di nera, raccontato la curiosità che si è creata in passato per casi di cronaca, come il celebre e nefasto "delitto di Cogne". Oscar Farinetti (fondatore di "Eataly") ha raccontato di come i nostri prodotti enograstromici di nicchia (con il caso di scuola del viticoltore Costantino Charrère) debbano essere più valorizzati nel loro connubio con il territorio, il fotografo-giornalista Stefano Torrione si è unito alla sua voce sia sulla base di un recente libro sulla cucina valdostana di cui ha realizzato le foto sia confermando come la sua ricerca fotografica - ricordo il libro sui "coscritti" - faccia della Valle d'Aosta un luogo ideale per un "safari etnografico". Uno dei due fondatori della catena di gelaterie "Grom", Guido Martinetti, ha ribadito la particolarità dei prodotti tradizionali, come la mela renetta, chiave di lettura di quel filone di "prodotti sani" che hanno cavalcato per avere successo e Fabrizio Favre (direttore del "Corriere della Valle" e blogger sull'economia) ha analizzato come questo settore sia cruciale, accanto ad un sistema necessario di piccole e medie imprese, a cui - ad esempio per le esportazioni - si affianca la sola grande industria presente, l'acciaieria "Cogne". Silvano Meroi, valdostano, oggi uno dei direttori della "Protezione Civile" a Roma, ha raccontato come la Valle d'Aosta risulti all'esterno la montagna alpina per eccellenza, con quegli elementi di fragilità del territorio che la famosa frana di La Saxe ha portato alla ribalta nazionale, come confermato dall'esperienza del giornalista Cristiano Florio ("La Vallée notizie"). E' toccato, a metà del ciclo di trasmissioni, all'economista Domenico Siniscalco, courmayeurin d'adozione, spiegare come la piccola economia valdostana, fragilizzata dalla crisi, possa dire la sua in un contesto europeo, mentre Stefano Sergi ("La Stampa") ha ripreso quel tema ben noto, come una croce per i valdostani, di una Valle "ricca e privilegiata", malgrado i tempi grami. Il sindaco di Chamonix, Eric Fournier, ha ripreso il tema del dialogo, attraverso la cooperazione territoriale, attorno al Monte Bianco, come chiave per il futuro, confortato da questa visione europeistica nelle parole e nei ricordi di Eddy Ottoz, da poco settantenne, che ha anche ricordato, pensando a memorie di famiglia, cosa fosse in passato il Colle del Piccolo San Bernardo. Lo scrittore romano Antonio Manzini ha parlato della Valle d'Aosta, correggendo scherzosamente quanto di male dice della nostra Regione il suo poliziotto, che per due libri si trova trasferito alla Questura di Aosta, mentre Teresa Charles, nella veste di giornalista, ha ripreso la nostra visione esterna, anche nel vicino canavese. E' toccato poi ad un valdostano, l'attore Pierre Lucat, che vive a Lyon, raccontare la sua esperienza di attore émigré, cui si è aggiunto - con una finestra sulla Valle d’Aosta nella francofona - la testimonianza di François Stévenin, che guida i giornalisti francofoni in Valle. Lo storico Alessandro Barbero, con stimolo per i turisti ma anche per i valdostani, ha ricordato l'importanza dell'Aosta romana, malgrado la terribile strage dei Salassi, così come dell'Aosta medioevale, sua materia. Francesca Soro ("La Stampa") ha accompagnato queste spiegazioni ad una visione lucida dell'importanza della cultura della Valle d'Aosta, da far conoscere meglio all'esterno. La coppia Luciano Violante - Laura Agostino ha chiuso la serie di trasmissioni. Violante, cittadino onorario di Cogne, ha ricordato molte cose della Valle, come - a chiusura del ciclo - la Agostino ("Avi Presse") ha ripreso i temi della nostra visione dall'esterno. Tornerò in radio, per tre settimane dal lunedì al sabato, dal 21 luglio.