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11 ago 2013

In giro per la GA

di Luciano Caveri

Te lo ricordi lattante e poi , d'improvviso, ha già il foglio rosa, che oggi si può ottenere a diciassette anni per la "guida accompagnata" (questo vuol dire il cartello fosforescente "GA", attaccato dietro a qualche auto che vedete in giro). Fatto trenta il legislatore avrebbe potuto far trentuno e anticipare di un anno la guida, permessa a persone di età avanzatissima, ben più pericolosa - con l'eccezione ovvio per chi sia arzillo - di quella dei ragazzi. Così, ora come allora, riferendomi alla mia patente del 1977, si porrà il problema - all'orizzonte 2014 - della macchina per il giovane Laurent. Penso che per un diciottenne nulla come l'auto, ancora più di motorino e moto, sia il segno di una propria autonomia personale. E per i genitori - croce e delizia - il senso del tempo che passa: quando nasce un figlio è come se bruscamente ti mettessero di fronte al naso una clessidra con il tempo della tua vita, scandito da una sabbia immaginaria e soprattutto dalla loro crescita e dal tuo conseguente invecchiamento. Capisco, ma non condivido, la scelta di quelle coppie che scelgono di non avere dei bambini per centrare la loro vita su di loro in un'illusoria sospensione temporale, visto che comunque il tempo fugge e non esiste una moviola per tornare indietro. La prima macchina per me fu una "Autobianchi A112" grigio metallizzato, che venne dotata di impianto stereo d'ordinanza con autoradio estraibile. La prima macchina non si scorda mai, anche se - visto che ne vedo un modello simile nel cortile di una casa vicina a casa mia - mi domando come quello scatolino possa essere stato per me un oggetto cult e motivo di vanteria. Ora per i ragazzi, fatto salvo il divieto di cilindrate elevate per i neopatentati (il mezzo non deve avere una potenza massima di 70 kW (95 cavalli), e non può superare il rapporto peso/potenza di 55 kW (75 cavalli) per tonnellata), la gamma di vetture da scegliere è notevole sia in caso di primo acquisto che di scelta sul mercato dell'usato. Io son sempre stato vittima - tipo il divieto di bagno dopo i pasti per evitare la congestione - dei pregiudizi instillati da mio padre contro l'usato, descritto in famiglia come la quintessenza del rischio di finire buggerati. Mio papà apparteneva alla generazione - era del 1923 - che aveva visto le prime auto in circolazione nel Borgo di Aosta e lui stesso era diventato nel dopoguerra proprietario - credo nel 1953 - di una vetturetta, una "Topolino" - per altro, usata! - di cui ho documentazione fotografica, che sostituì una "Lambretta" che mio padre usava per le visite all'esordio della sua attività di veterinario. All'epoca non erano ancora state costruite le strade delle vallate laterali come grossomodo le conosciamo oggi e solo una moto o una macchina spartana consentivano di muoversi, anche se una parte degli spostamenti erano ancora a piedi. Poi, con il boom economico, in casa c'erano due macchine: una piccola (furono poi la "500", la "126" e infine la "Panda") e, l'altra, diversi modelli di "Alfa Romeo" con il culminare negli anni Settanta di fruscianti "Giulia Super", che ho fatto ancora in tempo a guidare. Nei prossimi mesi, vedremo con quale macchina esordirà Laurent, con la certezza che resterà per sempre nella sua memoria.