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28 apr 2013

Salire in piedi sul banco

di Luciano Caveri

Qualcuno ricorderà il film del 1989, "L'attimo fuggente", ripetutamente proposto in televisione. In pillole la storia ha questo "plot": nel 1959 all'Accademia "Welton", una scuola elitaria e conformista ubicata sulle colline del Vermont, i metodi assolutamente insoliti di un nuovo insegnante di materie umanistiche, John Keating, interpretato da un bravissimo Robin Williams, sono considerati con timore e sgomento dal preside e dalle famiglie. Dopo molte vicissitudini, il professore viene allontanato dall'istituto e la cattedra di lettere viene affidata temporaneamente al preside, ma Keating, poco prima di andarsene, entra nella classe per raccogliere le sue cose e, prima di uscire, uno dei ragazzi protagonisti - Todd - sale sul banco, richiamando l'attenzione del professore pronunciando la frase «O capitano! Mio capitano!» (celebre poesia scritta dal poeta e scrittore statunitense Walt Whitman nel 1865 in ricordo del presidente assassinato degli Stati Uniti, Abraham Lincoln).

La reazione del preside è rabbiosa, ma subito dopo altri ragazzi compiono lo stesso gesto, anche chi non aveva mai preso sul serio gli insegnamenti del professore. Quella scena dei ragazzi che con coraggio salgono sul banco è un capolavoro cinematografico e una storia istruttiva di come si possa esprimere la voglia di libertà. Ebbene trovo che questa scena sia utile per capire il quotidiano interesse che si sta manifestando per l'Union Valdôtaine Progressiste con sgomento di chi non capisce e difende uno status quo ormai indifendibile (spesso anche per opportunismo o paura) oppure aspetta solo di capire come finiranno le cose, ammantando l'attendismo di tanti nobili propositi. Comprensibile umanamente, ma non politicamente. Per questo, ora come non mai, bisogna salire in piedi sul banco.