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04 feb 2012

Lo stupore per il freddo

di Luciano Caveri

A leggere i bollettini meteo dei giorni scorsi, il Nord Ovest doveva essere investito da nevicate da tregenda. È vero che è nevicato a bassa quota in pianura (una volta l'unica ad essere definita "padana"), ma siamo di fronte alla normalità del clima continentale, che comprende anche l'inverno con le sue caratteristiche. Il Polo Nord resta altra cosa, ma si può star certi che le annunciate bufere hanno di certo spinto le persone a non muoversi e chissà che un giorno o l'altro i valdostani che lavorano nel turismo non decideranno una "class action" contro i danni derivanti da annunci allarmistici che bloccano anche i più ardimentosi. E gli albergatori aostani sanno che le previsioni hanno colpito anche la "Foire" con una serie di disdette di persone preoccupate. Ora siamo di fronte ad una nuova sceneggiata che crea apprensione: il freddo siberiano per colpa dell'aria gelida di un vento che arriva dagli Urali, il "buran" (definizione degna del miglior Fantozzi), che ci dovrebbe congelare come non capitava da ventisette anni! Si incominciano, intanto, ad elencare, con una logica terroristica, i morti di freddo nel resto d'Europa. Mentre i giornali pubblicano "decaloghi per sopravvivere sotto zero" nel fine settimana, compreso il consiglio - mi pare disatteso alla "Veillà" - di non bere alcolici. Roba, comunque sia, da spaventare anche il più resistente al freddo (segnalo il collega "Rai" Roberto Mirteto, noto per restare in maniche di camicia anche con temperature gelide). Speriamo che arrivi questo gelo e non ci si trovi con l'ennesimo "effetto annuncio" che allontana i turisti, spaventati di restare congelati come spaventapasseri, sulle nostre piste di sci.