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10 mag 2011

In epoca di barzellette

di Luciano Caveri

"Chi sa ridere è padrone del mondo". Frase magnifica e condivisibile, se non fosse che a scriverla è stato Giacomo Leopardi, che non ha proprio mai goduto della fama di allegrone. L'etimologia è una materia che consente interpretazioni varie della stessa parola e diventa interessante quando un termine finisce per essere evidente caratteristica - un simbolo, direi -  nella politica dell'Italia contemporanea.  "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sulla barzelletta". Così potrebbe recitare un ipotetico "comma 1 bis" dell'articolo 1 della Costituzione nell'attuale temperie (o, meglio, intemperie). Venendo all'etimologia, c'è chi dice che barzelletta deriverebbe da "balzellare", che è il diminutivo del termine "bargella", che indicava una donna sfacciata e furba ed è passato poi a significare "facezia", provenendo però in epoca più antica dal latino medioevale "barigildus", che voleva dire "funzionario carolingio capo di polizia", poi passato - con evidente dileggio - a significare "briccone". Un bel giro: da guardia a ladro, da donna di facili costumi a battuta scherzosa! C'è invece chi, altra pista degli studiosi, sostiene che  barzelletta nel suo significato originario sarebbe "canzone a ballo di genere popolare" e se è comprensibile il passaggio verso una "storiella spiritosa" che dipende dal contenuto allegro e divertente, talvolta licenzioso, del componimento, non altrettanto chiaro risulta l'esatto rapporto di derivazione fra balzellare e barzelletta. Certo che non c'è altro luogo che una pista da ballo per ridere con una barzelletta. Ma gli eccessi in politica, ormai debordanti su YouTube, fanno dire: ridere per non piangere.