Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
10 feb 2011

Quando il silenzio non è d'oro

di Luciano Caveri

Ho partecipato, ieri sera a Châtillon, alle "consultazioni" per l'ingresso del PdL nell'"area" della maggioranza regionale. Scrivo "area" perché dalle parole del Presidente dell'UV, Ego Perron, si evince che i pidiellini potrebbero accettare formule diverse, da un appoggio organico a un appoggio esterno, comunque sempre senza mai avere in cambio rappresentanza in Giunta. Personalmente ho espresso, di fronte ai direttivi delle sezioni delle Comunità Montane "Monte Cervino" ed "Evançon", la mia contrarietà, specie in questa fase storica, ad un allargamento della maggioranza sia per rispetto verso i patti elettorali dell'area autonomista nelle elezioni regionali del 2008 sia perché ritengo che il dialogo necessario con Roma - che c'è sempre stato con qualunque Governo - non implichi automaticamente un "matrimonio" in ambito locale, specie pensando alle forte incertezze, su cui non mi dilungo qui ma in parte l'ho fatto nella riunione, del "berlusconismo". Il Presidente Augusto Rollandin, nella premessa e nelle conclusioni, ha invece spiegato i vantaggi passati e futuri che deriverebbero alla Valle stando con il PdL, senza convincermi. Colpisce semmai, ma l'ho già visto in certe fasi della vita unionista del passato, che i molti presenti siano stati in sostanza silenti (tranne due scontati interventi pro e una richiesta di chiarimenti su altro tema di un giovane), applaudendo tutti direi in eguale misura. In certi casi, tuttavia, se la politica fosse davvero partecipazione e non ci fosse chissà quale timore di "esporsi", il silenzio non è d'oro.