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18 nov 2010

Perché son federalista

di Luciano Caveri

La coppia Saviano-Fazio, premiata dall'Auditel con clamorosi indici d'ascolto, ha proposto - con un divertissement di cui non sfugge la portata politica - a due autorevoli esponenti Pier Luigi Bersani e Gianfranco Fini di parlare, rispettivamente, dei valori della Sinistra e della Destra in un paio di minuti. Un esercizio difficile con il rischio incombente della genericità e della retorica. Mi piacerebbe, spiegando perché mi sento federalista, tentare lo stesso gioco.

Sono federalista perché credo nell'umanità intera ma partendo da casa mia. Perché un federalista immagina il mondo come una matrioska, che non esiste se dentro la bambola più grande non ce ne sono altre che rappresentano i diversi livelli. I diversi livelli, per un federalista, partono dalle comunità naturali che si creano fra le persone, avendo al centro lei, ogni persona umana (la più piccola delle matrioske), che si estende alla famiglia, alle famiglie, al villaggio, al paese e poi via via in entità sempre più grandi ad abbracciare la terra intera. A questi livelli corrispondono entità politiche e partecipative e, essendo che il federalista crede nella sussidiarietà, nessuno deve prendersi la briga di occupare dall'alto scelte che spettano a chi sta più in basso, perché la democrazia è una costruzione delicata. Il federalista non vuole che la sola legge dei numeri si imponga: ogni comunità e la cultura che essa esprime è un valore e per questo un federalista aborrisce i totalitarismi e un vero federalista ha combattuto gli orrori del fascismo e del nazismo ma anche quelli del comunismo. Un federalista crede in uno "Stato leggero" perché guarda - qui da noi - alla dimensione regionale e comunale, avendo nell'europeismo la forma della collaborazione contro il veleno dei nazionalismi. Se il federalista crede nella propria Patria o nella propria Nazione non lo fa contro gli altri, ma per affermare il proprio modo di essere nel pluralismo delle culture che è una variante straordinaria di un'identità umana dentro e nel rispetto della Natura. Il federalista pensa che la politica sia impegno e partecipazione, solidarismo e fraternità, etica del lavoro e morale in politica. Al federalista l'"altro" non fa paura, ma il rispetto è basato sulla reciprocità. Io mi sento valdostano, montanaro fiero della mia terra, compartecipe di una cultura particolare con le sue lingue e tradizioni, ma amo le innovazioni e seguo quel che capita attorno a me, perché nel mercato delle culture porto la mia e acquisisco dagli altri. Il federalista federa e discute, viene da una lunga storia e ha visto scorrere tante storie, ritiene che un "giorno verrà..." perché non bisogna mai smettere di sperare e anche di sognare.