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12 nov 2010

La valorizzazione del maggiordomo

di Luciano Caveri

Credo di aver già raccontato di come nelle mensole lignee intagliate, nel salone principale del castello Sarriod de La Tour, ci sia la figura grottesca del "leccaculo" in una posa "fai da te" che deve far riflettere. Questa statuetta quattrocentesca dimostra, infatti, come il "leccaculo" - adulatore per eccellenza - sia alla fine un uomo solo, vittima di una sorta di strampalato onanismo, che si appoggia al potente di turno per farsi più forte nella sua pusillanimità. Capisco che il termine non è politicamente corretto e in un tempo in cui il linguaggio sembra essere in una logica di "rompete le righe" nella politica italiana (non rompo la promessa di astenermi da commenti sulla politica nazionale, ma capite a che cosa mi riferisca), forse è meglio sostituirlo con un altro termine: suggerirei "lacchè", che era il servitore che - poveretto! - precedeva a piedi la carrozza del proprio padrone. Vi segnalo, per completezza, che una sentenza di Cassazione del 2007 non consente tuttavia di usare questo termine che, dicono i giudici, trascende dal diritto di critica per diventare offesa, figurarsi dunque "leccaculo". Quali alternative? "Schiavo" è oggettivamente deprecabile nell'uso, anche se il termine veneto "sciavo suo" aveva una sua dolcezza e lo stesso vale, direi, per il termine desueto di "servo", forse allora si può salvare un suo derivato "maggiordomo" ("maior domus", il servo maggiore della casa), che non ha asprezze offensive.