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19 lug 2010

Canna di sicurezza

di Luciano Caveri

Sul traforo del Monte Bianco ho scritto così tanto da poter lastricare il tunnel. La mia posizione è nota: sono contrario al raddoppio del traforo stradale. E' vero che il traffico dei Tir, a differenza di quel che pensavano gli studiosi di trasporti internazionali, è nettamente diminuito e non solo per l'incidenza della crisi, ma un raddoppio sarebbe comunque in contrasto con la politica europea di spostamento delle merci dai camion alla ferrovia e non si capirebbe l'asse ferroviario Torino-Lione e la sua utilità.

Invece, come già scelto per il traforo del Gran San Bernardo, è cosa ben diversa, in un tunnel mono-tubo, pensare di avere una "canna di sicurezza" dove possano transitare con rapidità i mezzi di soccorso e dove ci si possa rifugiare in caso di necessità. Se ci fosse stato qualche del genere in occasione del terribile rogo del tunnel, il bilancio dei morti sarebbe stato inferiore. Per cui una contrarietà ideologica dei soliti noti - la cui persistenza sulla scena pubblica è degna di Ceausescu - è sbagliata e pure contraria alle disposizioni europee, che hanno sempre auspicato per i trafori stradali una forte elevazione degli standard di sicurezza. Per altro per il Fréjus, traforo ben più moderno del Bianco ma legato a filo indissolubile nella ripartizione delle quote di traffico pesante attraverso le Alpi, sta andando esattamente nella stessa direzione con la giusta vigilanza che questo non sia un "trucco" per raddoppiare. Da questo punto di vista il carattere internazionale - e l'adesione già data dalla Francia al "Protocollo trasporti" della "Convenzione alpina" - del traforo del Bianco è una garanzia che non si faranno scherzetti, visto che nella Vallée de Chamonix si mantiene un movimento d'opinione contrario ad ogni artificio per aumentare il traffico del camion.