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04 gen 2010

La cronaca nera

di Luciano Caveri

Quando ho cominciato il mio lavoro di giornalista, il "giro di nera" era un classico. Telefonata dopo telefonata, si scoprivano gli avvenimenti in Valle e in certi casi, visto che un tempo il giornalista si faceva... con la suola delle scarpe, si andava in Tribunale, in Questura, dai Carabinieri, specie per raccogliere le fotografie. Il tempo passa e la cronaca nera "tira" e in queste vacanze, purtroppo, la Valle ha avuto la sfortuna - con il delitto di Fénis - di finire "à la une " anche a causa del fatto che siamo in un periodo di "stanca" e le redazioni si buttano su qualunque avvenimento con maggior enfasi. Già in passato - significativa la celebre vicenda di Cogne - la Valle d'Aosta è stata associata a fatti di cronaca nera, trascinati a dismisura - fatto purtroppo negativo - a dimostrazione che, specie nei "programmi contenitore" del pomeriggio televisivo, c'è una voglia eccessiva di solleticare un certo voyeurismo che nuoce alla fine anche alla serenità della Giustizia, come hanno dimostrato i processi sui delitti di Perugia e Garlasco.