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20 nov 2009

Il "Corrado Gex"

di Luciano Caveri

Quando nel 2003 ho cominciato ad occuparmi dell'aeroporto "Corrado Gex", mi sono convinto che la priorità era l'infrastruttura e ne sono convintissimo anche oggi. Gli sprechi sono altrove: per un Paese degno di questo nome uno scalo - sede strategica, tra l'altro, della Protezione civile - non è un capriccio ma una necessità e ciò senza gigantismi, che mai erano stati previsti nel "master plan": carta canta. Se c'era stato semmai un peccato originale, era piuttosto stata la scelta di tanti anni fa di partire dalla compagnia aerea ("AirVallée"), perché sui conti della compagnia ha sempre gravato l'inesistenza della radioassistenza, il mancato allungamento della pista e l'assenza di un'aerostazione. Il dossier aeroporto era paralizzato all'Enac e in questi anni si è prima ideato e poi applicato un progetto serio e fatto di varie componenti, che implicano impegno e dedizione per un'opera che si dimostrerà strategica in barba alle "Cassandre". Certo la riapertura in primavera implica, ora e subito, il proseguimento di un lavoro per la scelta dei partner commerciali  - voli di linea e charter - non buttando il savoir faire dei dipendenti "Avda" e "AirVallée" (socio della società areoportuale con regolare bando europeo) e neppure di "Helops" con il settore elicotteristico. Personalmente seguirò gli eventi per evitare che si possa prendere una brutta piega e che certe scelte si indirizzino verso strade impercorribili.