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11 nov 2009

Ricordando Cesarino

di Luciano Caveri

Con Cesarino Bordon se ne va un altro pezzo della Valle d'Aosta del Novecento. Uomo di viva intelligenza, con un istinto imprenditoriale spiccato, Cesarino - un liberale di vecchio stampo - ha seguito con acume lo sviluppo del trasporto pubblico dal dopoguerra ad oggi, passato da un'epoca pionieristica alla modernità nel breve volgere di pochi decenni. Ho avuto con lui divertentissimi episodi quando ero giornalista: ricordo, ad esempio, quando ad "Rta - Radio Tele Aosta" telefonò, nel corso di un dibattito in diretta, un tizio arrabbiatissimo, esprimendosi in patois e Cesarino gli rispose parimenti, convincendolo di non aver subito torti su chissà quale linea! Ho poi seguito a Roma diverse problematiche delle autolinee e Cesarino era per la sua categoria, anche a livello nazionale, un punto di riferimento, una sorta di memoria storica. La sua era una passione che rendeva difficile pensare ad un pensionamento, accompagnata oltretutto da un tratto umano ricco di un'anedottica vivace sulla "vecchia Aosta", quel piccolo nucleo di personalità che animavano la società valdostana e non c'era volta, magari anche dopo scontri feroci sui trasporti, quando ne avevo la responsabilità, che non mi dicesse «saluta papà!» . Il garbo e l'eleganza oggi sono merce rara e Cesarino, senza mai tagliare le sue radici di valdostano doc, aveva queste caratteristiche.