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29 lug 2009

L'émigration: una miniera di personalità

di Luciano Caveri

Ho sempre pensato che si debba fare di più per scavare nella diaspora dei valdostani nel mondo: un fenomeno migratorio di proporzioni colossali, che ha sparso valdostani in tutti i Continenti. La maggior parte ha perso contatti con il Paese di origine e devo dire che Internet oggi consente a chi ha tagliato le proprie radici - come è naturale che sia, dopo alcune generazioni - di ritrovarle. Mi riferisco in particolare ad America del Sud e Stati Uniti. Anche nella vicina Francia, dove l'emigrazione valdostana è stata massiccia, emergono talvolta delle personalità di origine valdostana che non conoscevo, naturalmente per colpa mia. Penso a Georges Valbon, morto poche ore fa in Valle d'Aosta dove era nato il papà, fuggito durante il fascismo. Sindaco per trent'anni di Bobigny era stato partigiano di spicco, lasciando l'Armée in cui era entrato volontario per il rifiuto di combattere in Indocina. Comunista convinto e uomo di cultura (l'Humanité ne traccia un bel profilo), Valbon aveva mantenuto un legame con la terra d'origine della sua famiglia.