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21 giu 2009

Nuvole

di Luciano Caveri

Il mio, da bambino, era un gioco solitario e ricordo certi tramonti colorati visti da Pila, nella baita estiva di zia Eugenia, che ispiravano la fantasia. Mi riferisco alle nuvole: elemento effimero e cangiante, che dà il senso di come si possano piegare anche queste bizzarre e aeree costruzioni all'immagine umana che forgia questo nostro mondo. Il gioco, che poi ho scoperto essere più divertente in gruppo, sta nell'osservare le nuvole e interpretare che cosa si possa rinvenire - oggetto o animale - in quelle forme. Una sorta di visione da aruspico senza l'impegno di dover predire il futuro.