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03 giu 2009

Acqua come diritto, non come bisogno

di Luciano Caveri

Guardi in alto e vedi ancora la neve: l'acqua quest'anno - malgrado il caldo feroce di questi giorni - non mancherà, dopo un inverno da vecchi tempi e una primavera piovosa. Nei prossimi anni, però, anche la Valle - che è situata ad una latitudine assai delicata - deve perseguire una politica di efficacia e di efficienza nel settore dell'acqua. Tema che si inserisce in un quadro mondiale di grandi discussioni. In troppe zone del mondo l'acqua potabile è un sogno (un miliardo di persone sulla terra ne sono prive) e milioni di esseri umani muoiono per malattie legate a questa carenza. Il riscaldamento globale peggiora le cose e dappertutto si discute sul tema delicatissimo del rapporto pubblico-privato sul governo dell'acqua, il cui accesso e uso va considerato un diritto universale e non un semplice bisogno, come di recente banalizzato nel summit internazionale sull'acqua. Infatti la partita non è per nulla indifferente, perché il business della filiera è colossale e attira ovunque grandi interessi e rischi di speculazione e malaffare.