Consumi intelligenti
Gli opposti estremismi non mi piacciono.
Trovo ideologico il comportamento di chi predica il consumo esclusivo di prodotti a "chilometri zero" e pone la filiera corta come scelta unica (noi dove esporteremmo Fontina, salumi e vini?), ma altrettanto ridicolo è chi mette in tavola solo prodotti di provenienza esterna e cerca sempre, per chissà quale prestigio, frutta e verdura "esotiche".
Una via di mezzo mi sembra saggia: giustissimi i prodotti di stagione, ottimo l'uso di prodotti locali (rivendico l'idea e persino la denominazione di "Saveurs du Val d'Aoste"), ma lasciatemi godere un salmone scandinavo o un ananas di un Paese del Terzo Mondo che ha bisogno di esportare.
- luciano's blog
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Commenti
Hai scritto...
con equilibrio.
E così dovrebbero essere i messaggi del cibo a chilometri zero. Dovrebbero essere messaggi conditi da cultura del sostenibile, che è un po' diverso.
Certo è...
che mi capita spesso di vedere sugli scaffali dei piccoli alimentari a conduzione familiare solo yogurt di Vipiteno, e neanche una confezione di yogurt "della Centrale".
Come dici tu, ospitiamo l'ananas o il salmone, ma per cortesia offriamo anche i prodotti locali.
Infatti...
credo che uno sforzo in questo senso vada assolutamente fatto.
L'assurdità è altrettanto verificabile in marche astruse e spesso distantissime geograficamente di acqua minerale rinvenibili nei ristoranti.
Rottamazione...
ho letto la notizia oggi che la Lombardia dà 3000 euro di incentivo rottamazione oltre l'incentivo statale.
Da noi nessuna nuova notizia?
ciao
Ho visto una bozza...
in circolazione: credo verrà presentata a breve.
Come un frutto di stagione...
Ma hai visto...
che lo yogurt di Vipiteno costa meno di quello della Centrale!?!
E come lo spieghi con la filiera corta?
La gente guarda anche il portafoglio.
Questione...
immagino, di quantitativi e, mi auguro, di qualità.
Non credo sia un caso che i prodotti della Centrale siano ad "Eataly" a Torino!
Eataly...
lo vedo più come un corso di autostima.