Ho compartecipato alla Camera a tante discussioni e azioni contro i deputati che votavano per altri. Lo facevano non per falsare l'esito dei voti, ma per evitare che i colleghi perdessero la diaria in un patto di mutuo soccorso. Ricordo provvedimenti seri: la percentuale di voti cui bisognava partecipare per evitare che un solo voto facesse scattare la presenza o ancora la necessità di tenere pigiato il tasto per tutto il tempo di votazione per evitare che un tocco pianistico bastasse a far risultate presente un assente. Nei resoconti dell'ufficio di Presidenza - inizio anni Novanta - risulterà come fossi stato il primo a proporre di usare il sistema ad impronte digitali per evitare furberie. L'idea, oggi concretizzatasi, cadde allora nel vuoto con buona pace dei pianisti di Montecitorio.