I pianisti se ne vanno...
Ho compartecipato alla Camera a tante discussioni e azioni contro i deputati che votavano per altri. Lo facevano non per falsare l'esito dei voti, ma per evitare che i colleghi perdessero la diaria in un patto di mutuo soccorso.
Ricordo provvedimenti seri: la percentuale di voti cui bisognava partecipare per evitare che un solo voto facesse scattare la presenza o ancora la necessità di tenere pigiato il tasto per tutto il tempo di votazione per evitare che un tocco pianistico bastasse a far risultate presente un assente.
Nei resoconti dell'ufficio di Presidenza - inizio anni Novanta - risulterà come fossi stato il primo a proporre di usare il sistema ad impronte digitali per evitare furberie.
L'idea, oggi concretizzatasi, cadde allora nel vuoto con buona pace dei pianisti di Montecitorio.
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Commenti
Poi si fanno tanti discorsi...
belli e pomposi sulla decadenza della società contemporanea... belle parole per riempire saggi editoriali. Ci vuole un Brunetta anche per i parlamentari? Ma, se serve, da chi arriva l'esempio per far crescere il paese? Queste soluzioni, che trasmettono solo pena, portano a stratificare la mia convinzione che, senza alcun tipo di retorica, abbastanza facciano il lavoro di parecchi.
Iva Zanicchi...
A me ha dato fastidio anche la presenza dell'on. Iva Zanicchi a Sanremo.
Il parlamento è una cosa seria ma i parlamentari non sempre sono consci della dignità richiesta dalla carica che ricoprono.
A me non risulta...
che la "zingara" sia parlamentare... comunque esulto pure io per la fine di una delle tante vergogne parlamentari italiane...
Era penoso vedere sbracciare deputato e senatore, quasi a voler trasformare l'emiciclo parlamentare in una curva da stadio.
Meglio tardi che mai e che ridere se penso a quei deputati della maggioranza che si rifiutano di farsi prendere le impronte digitali!
Oltretutto...
la canzone era orrida!
Mi sa che molti...
le loro le impronte le hanno già depositate...
Ma già mi immagino parlamentari con la 24ore refrigerata con tante ditine allineate... (alla "Csi")!
Iva Zanicchi...
è europarlamentare da maggio 2008, per il PdL, a seguito delle dimissioni di Mario Mantovani, eletto al Senato italiano.
Dagli al pianista...
La foto che introduce il tema di oggi potrebbe essere tranquillamente una copertina dei Muse, o dei Pink Floyd del periodo 1987-94. In entrambi i casi, dovremmo inchinarci al cospetto del genio del designer inglese Storm Thorgerson, uomo che del tradurre la luce in significati cangianti ha fatto la sua vita, con risultati sbalorditivi. Meno fantasiosi, ma altrettanto abili nell'arte dell'inghippo, tanti dei nostri Parlamentari, che di escamotage come il pianismo hanno fatto una missione, trovando nella complicità con i colleghi presenti in aula un cospicuo “Incentivo ‘anti-crisi’” ante-litteram. Un po' di fantasia, per la verità, in un Paese che ogni giorno diviene più grigio, sarebbe pure apprezzabile. Non fosse che: i soldi della diaria vengono prelevati alla comunità; il mandato parlamentare si regge sulla fiducia ricevuta dagli elettori. Morale, chi siede al "pianoforte", così come chi chiede al Sam di turno di suonarla (ancora) in sua vece, sperpera risorse pubbliche e tradisce il sentimento riposto in lui da una moltitudine di persone. Ambo secco. Ben venga, pertanto, seppur in colpevole ritardo, il provvedimento che fa punto e a capo di un momento imbarazzante del pianeta politico italiano. Oltretutto, l’applicazione della tecnologia “fingerprint” allineerà il Paese, in due delle sue sedi pubbliche fondamentali, a moderni standard tecnologici di rilevazione (e protezione) dell’identità. La questione non è da sottovalutare: secondo uno studio Adiconsum, reso noto proprio oggi, un italiano su quattro ha subito il furto dei propri dati individuali, attraverso sistemi telematici, e solo uno su due se ne accorge a posteriori, magari al momento di consultare l’estratto conto. Il fenomeno è, peraltro, in preoccupante crescita proprio in Europa e negli Stati Uniti e ciò che sembra consentire la sua espansione è anche il gap normativo in materia, ennesima dimostrazione dell’incapacità del legislatore di restare a passo con i tempi. Potrebbe, l’introduzione del nuovo sistema, condurre Deputati e Senatori ad una riflessione seria sul tema, senza finire nell’inutile quanto vergognosa gazzarra sollevata al tempo della rilevazione delle impronte agli immigrati? L’auspicio è tale. Certo, sapere che ad occuparsi di una questione non propriamente di second’ordine potrebbe essere (anche) colei che a Sanremo ha cantato l’inno del Viagra non rinfranca. Però, ripercorrendo l’album degli eletti per meriti artistico-televisivi, gli esempi eclatanti non mancano. Forse i più l’avranno dimenticato, ma i banchi del Parlamento italiano hanno dato ospizio anche a Gerry Scotti, nelle file dell’allora PSI. Non credo sia in vigore alcun provvedimento particolarmente legato all’operato dell'apprezzato presentatore Mediaset, ma il primato del più assente della legislatura non gli mancò. Il fatto è che se l’arte che impegna i pubblicitari di oggi è l’inculcare nella gente bisogni non reali – e video del genere testimoniano quanto ciò in Italia riesca senza sforzi particolari (imponendo inoltre un cauto silenzio a chi urla alla recessione) – allora è inevitabile che nel pubblico-corpo elettorale, a seguito di una variante inspiegabile della “Sindrome di Stoccolma”, nasca anche la riconoscenza verso chi gli somministra la dose quotidiana. Per che via, non sta bene scriverlo qui.