Nucleare

simpson_centrale.jpgRicordo come in occasione dei referendum sul nucleare nel 1987 ragionassi su di un fatto: se il tema era davvero la pericolosità, allora per i valdostani - fra centrali francesi e svizzere - nulla sarebbe cambiato.
Ma il risultato, complici gli avvenimenti di Chernobyl, fu chiaro ed essendo l'Italia un Paese ipocrita l'Enel investì negli impianti francesi e venne costruito il brutto elettrodotto sul nostro territorio per trasportare principalmente quell'energia.
Adesso si annunciano quattro centrali nucleari in Italia: io non ci credo, perché quando saranno scelte le localizzazioni fioriranno le proteste.

Commenti

L'importante è che...

adesso si investa in informazione e confronto. TAV ha insegnato? Spero di sì! La mancata informazione, a differenza dei cugini francesi, ha fatto pagare uno scotto terribile in termini di tempo e, soprattutto, di credibilità interna ed europea. Anche mettere queste opere tra quelle strategiche e di interesse nazionale sarebbe un errore.
I manganelli e l'Esercito si usano per tutela dell'ordine pubblico, che è strategico, ma prima ci si mette il grembiulino, si impugna la stecca, si manipola con il gesso, molta calma e si inizia una partita di interesse nazionale.

Centrali nucleari e informazione

Leggo qua e là che le centrali nucleari hanno un costo di costruzione altissimo, che nessuno sappia ancora dove smaltire le scorie radioattive e che in altri paesi più ricchi di noi non ne costruiscano più da decenni. Invece qui si annuncia la costruzione di quattro nuove centrali, naturalmente pagate con i soldi dei contribuenti.
Sarebbe utile informare, da parte di chi ne decide la costruzione, su tutti i pro e i contro di tali centrali, coinvolgendo eventualmente la popolazione come si era fatto anni addietro, ma ciò non avviene, forse per paura di esporsi troppo e di vedersi bocciare la proposta.
Meglio decidere e basta senza approfondire e spiegare nulla a nessuno. A volte sorge l'impressione di vivere in un paese dove da qualche tempo qualsiasi decisione viene presa senza possibilità di un dialogo preventivo.
Si dice che parlando troppo o concedendo troppi spazi democratici agli altri non si conclude nulla, ed è vero, però delle decisioni così importanti apprese da un semplice telegiornale lasciano un po' di amaro in bocca.

Caos italiano...

coi pasticciacci gli italiani ci mangiano quotidianamente.
L'idea è continuare ad importare per evitarne ulteriori.
Finisce che saranno delle cattedrali incompiute o mal funzionanti con spese non recuperabili.
Fiducia immensa :o) sempre !!!

La verità...

Certe scelte, in un sistema parlamentare, le deve fare la maggioranza parlamentare di turno, assumendosene la responsabilità.
Silvio Berlusconi ha firmato un'intesa senza avere in tasca una discussione specifica e un conseguente voto del Parlamento, anche se in questa situazione lo avrebbe facilmente.
Il referendum del 1987, con domande complicate come destino dei referendum abrogativi, mise la decisione in mano al popolo, che si espresse più per l'ondata emotiva che per reale conoscenza dei fatti.

Ammetto la mia ignoranza...

a volte, ma in Italia se ne sono fatti di referendum che poi sono stati aggirati in qualche maniera.
Purtroppo chi deve decidere si ritrova una patata bollente tra le mani, ma se aspettiamo di mettere tutti d'accordo, "campa cavallo".
Da bravi latini poi, ammicchiamo a certe cose ma l'importante è che stiano fuori dei nostri confini perché ci sembrano brutte o sporche: allora è meglio che se la sbroglino gli altri. Vedi la "Tav", rifiuti, sbarchi immigrati, eccetera, e facciamo come gli struzzi.
Sarebbe ora che tutti ci mettessimo una mano sulla coscienza e decidessimo di vedere un po' più in là del nostro naso e ci mettessimo in testa che ogni decisione ha oneri ed onori.

Mi viene in mente...

che in Italia è stato indetto e portato a buon fine anche il referendum sulla "responsabilità civile dei magistrati", che in caso di errore devono rispondere del loro operato.
Ma anche qui "nisba". Certe caste fanno quadrato quando si arriva troppo vicino ai loro interessi.

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