blog di luciano

Caleidoscopio 29 dicembre

La nuova funivia dell'IndrenL'ultima puntata dell'anno, come sempre su "Radio1 Rai" alle 12.35, vede sostanzialmente due momenti nel solco della programmazione di "RaiVdA".
Il primo dedicato all'anno che verrà con una poesia di Pablo Neruda e alcune filastrocche di Gianni Rodari. Si parlerà poi dei nuovi impianti a fune aperti in Valle per le vacanze natalizie con Ferruccio Fournier, che è presidente regionale degli impiantisti, mentre Corrado Neyroz racconterà del suo albergo di recente diventato cinque stelle al Breuil-Cervinia, con un'occhiata a gusti e richieste dei clienti.
Di La Thuile si occuperà un noto ristoratore del posto, Ivano Udali, raccontando dei frequentatori di questa località.
Christian Diémoz proporrà un libro e un disco. Prossimo appuntamento con "Caleidoscopio" nel 2010!
A febbraio per me, pur con la lunga interruzione per mandato politico, sono trent'anni di Rai.

I rischi del soccorso

Un elicottero del Soccorso Alpino delle Dolomiti Quattro guide alpine dell'"Aiut Alpin Dolomites" (questa la definizione in ladino del Soccorso Alpino) sono morte ieri sera in Val di Fassa in Trentino. E' stata una valanga a travolgerle, mentre erano impegnate nella ricerca di due escursionisti scomparsi.
Quando mi occupavo del Soccorso Alpino, sino all'approvazione della legge ancora in vigore utile per avere un quadro giuridico, avevo conosciuto i fassani, già all'avanguardia nelle tecniche di intervento.
L'accaduto conferma una circostanza facilmente dimenticata: i soccorritori rischiano la pelle troppo spesso per salvare degli imbecilli che, come in questo caso, hanno colpevolmente snobbato gli appelli ad evitare escursioni a causa delle condizioni della neve per il rischio valanghe. Non avete idea di come questi pericoli pesino spesso sul lavoro dei nostri soccorritori, che presidiano quotidianamente le nostre montagne.
Un pensiero per le famiglie delle guide alpine tragicamente scomparse.

Quante "nevi" (tratto da un sito meteo)

Neve alle porte pretorianeNeige croûtée: Couche de neige dont la surface présente une croûte plus ou moins cassante due au regel, au vent, à la pluie...

Neige fondante: neige composée de grains ronds regelés et qui commencent à fondre en surface ous l'action du soleil.

Neige fraîche: neige récente encore composée de particules reconnaissables.

Neige humide: neige contenant de l'eau sous forme liquide (TEL>0%). Sa température est toujours de 0°C.

Neige mouillée: neige très humidifiée (pourrie) possédant une TEL importante.

Neige poudreuse: neige récente peu transformée caractérisée par une TEL nulle, une faible masse volumique et une cohésion faible (particules reconnaissables). Certaines neiges transformées (couches de faces planes) peuvent garder ou acquérir un aspect poudreux.

Neige profonde: neige poudreuse d'épaisseur importante.

Neige sèche: neige qui ne contient pas d'eau (TEL=0%) sous forme liquide.

Neige soufflée: neige ayant subi une action du vent (transport ou érosion). Les zones d'érosion sont en général caractérisées par une surface irrégulière (neige dure, zastrugis, rides...).

Neige trafollée: neige de surface déjà tracée par des skieurs. C'est un terme du langage familier.

Neige transformée: neige (totalement) métamorphosée ayant subi un cycle de gel/dégel et composé de grains ronds. La couche superficielle présente une croûte très dure le matin qui fond durant la journée.

(source: ANENA (1998) - Guide Neige et Avalanches. Connaissances, pratiques, sécurité - Edisud, 335 pages)

L'ovvietà del maltempo

E poi, a spalare neveIl "bollettino di guerra" del maltempo in Italia degli scorsi giorni dimostra una sola cosa: speriamo che il tempo sia sempre bello.
Per altro, che siano militari o civili, i meteorologi televisivi già la pensano così e se devono annunciare pioggia o neve lo fanno con aria imbarazzata o funebre. Con tono consolatorio, precisano sempre «che poi tornerà il bello».
A dar mar forte alla tesi, ci pensano molti cittadini che, anche in Valle, reagiscono alle naturali nevicate in zona alpina con sorpresa o dispiacere, dimostrando spesso un approccio alla neve degno degli aborigeni australiani.
Che cosa ci sta capitando?
Eviterò ogni riferimento alle tradizioni, alla abitudini, all'ovvietà delle nevicate d'inverno, ma certo c'è da restarci male.

Un pozzo di ricordi

Il tempo passaLa "macchina del tempo" esiste già e si trova in qualche angolo del nostro cervello. E' un pozzo di ricordi da cui attingiamo quel che ci serve di fronte ad una circostanza, trovandone una ragione, un pretesto.
Così il Natale è come un viaggio tra oggi e ieri: la memoria concatena episodi trascorsi, altro che i file di un computer!
Oggi vorrei ricordare quella famiglia di un veterinario amico di mio papà, da cui per molti anni siamo andati in visita a Nus prima del pranzo con i parenti ad Aosta. Era una famiglia bella e sorridente, distrutta negli anni successivi da malattia, dolori, disperazione.
La vita, purtroppo, ha tanti volti e l'esperienza ci insegna proprio a meglio godere dei momenti belli.

Eccoci

Buon Natale a tuttiOra, come di prammatica, gli auguri: un altro Natale nella sua ripetitività e anche nelle novità che la vita ci propone.
Per me è anche il compleanno. Attraverso definitivamente il mezzo secolo e certo ne guadagnerò in saggezza.
Il blog sul mio sito è molto frequentato e ne sono lieto: a tutti i "navigatori", che sento in molti casi come amici o persone di famiglia, un caro saluto e che il Natale vi porti gioia e calore.

La riforma V

La svegliall giorno del voto sull'abrogazione del Natale era arrivato. I parlamentari, bevuto un caffettino alla "Tazza d'oro", sciamavano verso l'ingresso principale, trattenendosi poi a leggere i giornali nell'apposita sala. I quotidiani sparsi sui tavoli davano conto del clima: la fine del Natale era per tutti il titolo principale.
In Italia non si parlava d'altro. Il Papa aveva protestato, ma l'astuto presidente del Consiglio Bersasconi aveva rassicurato Benedetto XX sul raddoppio dell'otto per mille alla Chiesa cattolica. Per altro, un addendo al "Concordato" avrebbe in parte "riciclato" il Natale chiamandolo "Natalità" ma fissandolo direttamente in agosto per evitare i rigori invernali e spogliandolo dagli elementi pauperistici della nascita di Gesù, evitando tra l'altro il crescente imbarazzo sul fatto che fosse avvenuta in Palestina.
Mentre i lavori alla Camera stavano riprendendo, i servizi di sicurezza allertano la Presidenza della Camera di un curioso fenomeno che si stava producendo. Lungo le strade di accesso al centro di Roma, si ammassavano in un gioioso e multicolore corteo migliaia e migliaia di bambini, un'autentica fiumana che pareva intenzionata a dirigersi verso piazza Montecitorio. Un elicottero della polizia controllava dall'alto questa strana manifestazione. I bambini scandivano slogan del genere «Vogliamo il Natale» o «Ora e sempre Natale» o ancora «Giù le mani da Gesù Bambino» o «Babbo Natale Santo subito».
Il Ministro dell'Interno Torrone e quello della Difesa La Puzza si consultarono con il Presidente del Consiglio. Mentre si discuteva il da farsi, i bambini avevano ormai attorniato Montecitorio da tutte le parti. Quando il Governo decise l'intervento dell'Esercito, mi sono svegliato.

Finisce qui il mio raccontino: Buon Natale!

(5 - fine)

La riforma IV

Babbi Natale contro title=La ripresa pomeridiana consentì di entrare nel vivo della discussione su di un tema di cui si dibatteva da tempo:"quale sorte per il Natale?"
Negli anni, con una manovra a tenaglia, le critiche sul Natale erano cresciute. Molti deputati dell'estrema sinistra segnalavano come il Natale fosse ormai un simbolo del consumismo da combattere. Da estrema destra si osservava lo svilimento totale del Natale tradizionale. I deputati laici uniti ai rappresentati islamici alla Camera notavano come la festività violasse i principi sia della laicità dello Stato che dell'eguaglianza fra tutte le religioni.
A difesa dei bambini era nata la "Lega italiana contro i creduloni che pensano che Babbo Natale esista", a difesa delle renne era cresciuto il gruppo "Animalisti contro la slitta di Babbo Natale", c'era poi il gruppo "Babbo Natale ha il colesterolo alto" e quello "Il costume rosso di Babbo Natale fa cagare".
A rendere tutto più difficile ci si è messo pure lo scioglimento dei ghiacci, le mail che hanno sostituito la posta tradizionale, Babbo Natale beccato con delle escort, un avviso di garanzia per pedofilia ed un procedimento di infrazione della Commissione europea per "posizione dominante sul mercato". Insomma: un disastro.
Approfittando della legge per il riordino delle festività, il tema si era fatto incandescente, approdando al dibattito parlamentare.
Quel pomeriggio, il primo intervento fu del deputato abruzzese Natale Natale, che spiegò, in un intervento lungo e commovente, come l'abrogazione del Natale sarebbe stata per lui una liberazione. Dopo il suo discorso, in Transatlantico ci fu un momento da reality con un lungo abbraccio con la deputata lucana Pasquala Pasqua, che spiegò al collega come nessuno meglio di lei poteva capirlo.
Il secondo intervento fu del deputato valdostano Sapery, che spiegò come per chi come lui era nato per caso il giorno di Natale il mantenimento della festività perpetrava il dolore del regalo unico per Natale e compleanno, roba da ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo!
Particolarmente violento l'Onorevole Sbarbi: «il 25 dicembre è una data convenzionale scelta molti anni dopo la nascita di Gesù, per altro scopiazzando festività precedenti. Il presepe è un'invenzione tardiva e l'albero di Natale il riciclaggio di un'usanza pagana. Insomma: si può vivere senza!».
Applausi da tutto l'emiciclo e vive felicitazioni.

(4 - continua)

La riforma III

OzioL'aula si stava lentamente riempiendo, essendo stato annunciato l'intervento del Ministro Prunetta a nome del Governo. Prunetta era un calabrese iroso, complessato dalla sua eccessiva altezza, superando i due metri. 
Il Governo, dopo un agitato Consiglio dei Ministri, e una lite furibonda fra lo stesso Ministro Prunetta e il Ministro dell'Economia Quattromari, aveva deciso di presentare un proprio emendamento su un punto cardine che venne così riassunto in aula.
«Il Governo - esordì Prunetta - propone alla Camera l'istituzione della "Festa dell'Assenteista". Si è parlato a questo proposito di una mia lite con Quattromari: colgo l'occasione per dire che l'accordo fra me e il collega è ottimo e la sua proposta di usare la dizione "Festa dell'Assenteista e del Fancazzista", per quanto suggestiva, ci avrebbe creato problemi con la parte più moderata del nostro elettorato e il Presidente del Consiglio, con grande equilibrio, ha composto la discussione avvenuta fra me e il collega».
Ci fu un'interruzione da un luogo imprecisato dell'aula: «Quattromari è uno stronzo».
Prunetta colse l'assist e ridacchiò soddisfatto.
La fine dell'intervento fu accolta da un applauso.
L'opposizione non poteva perdere l'occasione e fu il Capogruppo Franceschiello ad intervenire: «ho ascoltato con attenzione l'intervento del Governo e non posso non rilevare l'inversione "ad u" del Prunetta che, anni fa, condusse una lotta contro gli assenteisti e ora, certo tardivamente, se ne pente, oltretutto, con un certo snobismo che gli è proprio, omettendo quella definizione "fancazzista" che avrebbe meglio e plasticamente definita la festività».
Prunetta e Franceschiello, poco dopo, bevvero assieme un caffè alla buvette, come due amiconi. 

(3 - continua)

La riforma II

Una simpatica scultura in temaTrombetti concluse il suo intervento con un garrulo «Viva la Befana!», che rimbombò sino alle vetrate liberty che coprono l'aula di Montecitorio.
Chiese d'intervenire il relatore del provvedimento. La Presidenza gli diede la parola. Si trattava dell'Onorevole Mariuzzi, avvocato napoletano, noto per la sua prosopopea. Scandì: «Illustrissimo Presidente, chiarissimi colleghi, illustri membri del Governo, vorrei solo annunciare la scelta del "Comitato dei Nove" di presentare un subemendamento sull'annosa questione del Ferragosto. Su proposta unitaria dei colleghi del Sud, abbiamo alla fine scelto di mantenere la festività, sopprimendone l'obsoleta definizione e chiamandola invece "Trullallà". Ciò appare maggiormente rispondente al clima festoso delle feste di piazza e dei tradizionali fuochi d'artificio».
Dopo alcuni sghiribizzzi linguistici, grondanti d'aggettivi e avverbi, concluse, guadagnandosi una vigorosa stretta di mano del collega vicino di scranno.
Un altro subemendamento venne successivamente presentato dall'On. Marcagna, soubrettina televisiva che era stata messa in lista per le note doti intellettuali. Con una curiosa voce, quasi uno squittio, la procace deputata spiegò: «Un secondo accordo riguarda la "Festa dei Morti": la definizione appare sempre più scorretta. Come i diversamente abili, i non udenti e i non vedenti, la festività verrà - in ossequio al politicamente corretto - chiamata "dei Non Viventi" con un giusto rispetto delle maiuscole, evitando per altro l'aspetto macabro che si evinceva dalla vecchia dizione».
Sorrise e concluse con una graziosa smorfietta, che purtroppo non risultò nel resoconto stenografico.

(2 - continua)

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