blog di luciano

Caleidoscopio 30 marzo

Christian Diémoz negli studi di Rai VdAIl prossimo "Caleidoscopio" - alle 12.35 su "Radio1" negli spazi di "RaiVdA" - propone diversi argomenti, in parte di "gusto" pasquale.
All'inizio ci saranno due poesie dedicate alla più importante festività per i cristiani, una di Andrea Zanzotto ed una di Gianni Rodari, recitate dall'attore-conduttore della trasmissione Vittorio Bestoso.
Sarà poi uno chef, Bruno Mazzotti del ristorante "Le Grenier" di Saint-Vincent, a parlare di alcuni piatti proponibili in occasione della festività di Pasqua.
Successivamente, visto che siamo ormai in primavera ma il "generale inverno" ha dominato per parecchi mesi, faremo qualche riflessione sulla stagione come vissuta, quest'anno e negli anni scorsi, dagli animali selvatici con le spiegazioni del veterinario Alessandro Mosca. Sentiremo poi, come talvolta avviene in "Caleidoscopio", una registrazione storica di un simpatico racconto del compianto Pierre Vietti nella maschera nota come Bathézar.
Infine un libro e un disco, proposti nell'accostamento dalla fantasia di Christian Diémoz, con il volume "Cartoline del Monte Rosa 1900-1950" di Sebastiano Brandolini.
Mi auguro che l'insieme, sommato a musiche "primaverili", sia di vostro gradimento.

Alla fine dei campionati mondiali militari

Un dettaglio del palco delle autorità all'inaugurazione dei Giochi militariTrovo incredibile e offensivo che né all'inaugurazione né alla chiusura, e neppure nei giorni di svolgimento delle gare sia apparso in Valle d'Aosta, per adempiere a doveri di cerimoniale e obblighi protocollari e non per divertissement, un Ministro o uno dei più di quaranta Sottosegretari del Governo Berlusconi.
Brutta questa scelta di mancata presenza ai Campionati mondiali militari, pensando al colossale sforzo organizzativo della Valle d'Aosta e al budget importante messo generosamente a disposizione dalla nostra Regione autonoma.
Ho fatto parte, pur brevemente, del Governo italiano e so bene, come si dice, «che un Sottosegretario non si nega a nessuno» ed invece in questo caso nisba.
Trovo questa mancanza una gaffe istituzionale, pensando che senza l'appoggio della Valle la manifestazione non si sarebbe potuto svolgere, specie in tempi di "vacche magre" per le Forze armate.
Era dunque giusto pretendere qualche sforzo suppletivo, a livello politico romano, per valorizzare l'insieme delle gare gestite con perizia dai "nostri" ed invece una sorta di cappa soporifera è calata sulla manifestazione, malgrado di sforzi di informazione e di comunicazione che sono stati compiuti.
Che la lezione serva come viatico nel solco dell'elementare principio del "do ut des" e  nella logica equilibrata fra costi e benefici.

Sciascia fra palma e caffè

Leonardo Sciascia"...gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l'ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l'Italia, ed è già oltre Roma..."
Così diceva il grande Leonardo Sciascia in una celebre intervista di Giampaolo Pansa nel 1970. Questa definizione della "palma" (albero che in Valle c'è in diverse località, specie in bassa Valle), sarcasticamente allargata poi al caffè espresso, viene scolpita come metafora della capacità di espansione e progressione delle mafie.
Si trattava di un ammonimento in piena regola, purtroppo confermato dai fatti a trent'anni da quella profezia, visto che oggi la criminalità organizzata (mafia in senso lato ed il termine è finito in tutte le lingue) è un fenomeno mondiale e, nel caso italiano, un fenomeno nazionale.
Chi conosce la situazione valdostana sa che anche qui - l'ho letto in rapporti ufficiali - ci sono state e ci sono "infiltrazioni" e speriamo che non ci sia di peggio, perché il denaro attira i malavitosi come il miele e chi si compromette con la criminalità organizzata prima o poi casca come una pera.
Ho ricordato la "linea della palma" come relatore della legge votata dal Consiglio Valle sulla legalità, come sintesi fra una proposta "Alpe" e una del Governo regionale.
L'unanimità dei voti è un buon segno. Sarà pure che sul "politically correct" nessuno sgarra, ma - tolti gli orpelli retorici - mi pare esista un'ampia volontà di agire.

Computer per gli over...

Un nonno al computerHo una simpatica vicina di casa "over 60" che ha fatto un corso di informatica per imparare ad usare il computer: lo scopo era quello di navigare in Internet, principalmente per utilizzare "Skype" per telefonare al figlio che vive nelle Filippine, ma direi che oggi usa di più la posta elettronica e naturalmente "naviga" con soddisfazione.
Il caso evoca la volontà, direi giustissima, del Governo regionale - mi pare per gli "over 65" - di svolgere una campagna di acquisizione di un computer, della connessione e della necessaria alfabetizzazione sulla scia della dotazione ai giovanissimi nell'ambito del "Computer in famiglia".
Già all'epoca, quando nacque l'iniziativa, pensai ai "vecchietti" (lo dico affettuosamente, sapendo che - se ci arrivo - sarà una tappa anche per me e per altro oggi ogni incarico importante viene dato in Valle ai sessantenni e settantenni) perché oggi il rischio di esclusione colpisce di più coloro che, per ragioni generazionali, sono sempre alla rincorsa delle nuove tecnologie legate al computer.
Tuttavia segnalerei alcune accortezze: mentre per i ragazzi andava bene una logica di e-learning, cioè di formazione on-line, ciò non va bene per gli over 65 che andrebbero indirizzati ad una formazione frontale, cioè con un insegnante in cattedra. Aggiungerei la questione del computer da scegliere, sapendo che ci sono prodotti appositamente studiati a misura delle persone più anziane per la loro facilità d'uso: sarebbe simpatica l'idea di immaginare la possibilità che l'over 65 segnali l'esistenza di un "tutor", magari un nipote, che contribuisca a rendere la strumentazione e le procedure amichevoli.

Quella "scomunica" nei ricordi

Don Camillo e Peppone, alias Fernandel e Gino CerviUno degli elementi di maggior tensione con il mondo musulmano - tante volte ne abbiamo discusso anche in Valle - sta nel rischio che gli imam, nella loro predicazione, si occupino di politica, facendo prevalere quella logica d'integralismo religioso che nega quel principio sacrosanto di divisione fra "chiese" (o si potrebbe dire "confessioni religiose" come da articolo 8 della Costituzione) e Stato. Questo perché i nostri principi democratici rifuggono la logica "teocratica", che concerne parte dell'Islam e che da "Zanichelli" vuol dire: "sistema di governo in cui l'autorità politica, vista come emanante da Dio, è esercitata dal potere religioso (una casta sacerdotale o un monarca con caratteristiche di divinità)".
Ecco perché sono stupito che la Conferenza episcopale italiana dia, nella sostanza, indicazioni di voto pesanti ed esplicite - vera "scelta di campo" - con comunicati ufficiali e prolusioni, prendendo di fatto partito.
Nessuno nega a nessun cittadino italiano, vescovi compresi, di esprimersi sul quadro politico (e non scomodo il pur significativo "non possumus" di Pio IX), ma se ci esprime non a titolo personale per la Chiesa italiana una certa cautela sarebbe preferibile perché in Italia i cattolici tradizionalmente attraversano gli schieramenti.
Ce lo potrebbero raccontare gli "unionisti scomunicati" dal vescovo Maturino Blanchet, perché alleati con i comunisti alla fine degli anni Cinquanta.
Ciò credo rimanga nel Dna.

I dolori del povero juventino

Il simbolo della JuventusTifo per la Juventus: anche se ormai - e non certo per il periodo nero della squadra - seguo distrattamente  il calcio, di cui all'età delle "figurine Panini" conoscevo invece vita, morte e miracoli.
Non so perché mi sono disamorato. Direi che  mi pare un ambiente insincero e roso da interessi che rendono sempre più grigio questo sport che tanto mi ha fatto battere il cuore. Oltretutto i problemi di indebitamento dellle squadre prima o poi faranno scoppiare la bolla speculativa e già oggi il gap tra grandi e piccole società fa impressione. 
Quando, di striscio, ho avuto a che fare, nell'ultimo anno dei ritiro juventino in Valle, con la coppia Giraudo - Moggi confesso che rimasi colpito negativamente e ciò ha aumentato la presa di distanza e così certi scandali non mi hanno colto impreparato, compresa l'umiliazione della retrocessione forzata.
Dopo aver vissuto tempi di grande soddisfazione con la squadra del cuore sempre al vertice, ormai la situazione si è fatta davvero difficile, quasi incredibile pensano al palmarès della Juve.
I miei cugini interisti, dopo aver digerito tutto il digeribile, si godono ormai la situazione rosea, mentre i bianconeri - me compreso - arrancano.

Il Consiglio di Stato conferma Comboé

Un escursione al ComboéConfesso che mi era molto dispiaciuta la severa sentenza del "Tribunale amministrativo regionale" della Valle d'Aosta sulla strada verso Comboé, decisa per collegare l'alpeggio di proprietà comunale con il fondovalle.
A me la delibera, cassata in primo grado, pareva fatta seriamente e consideravo una macchia di cui dolermi che la mia Giunta fosse stata smentita dai giudici amministrativi.
Ho appena finito di legge le quattordici pagine di sentenza del "Consiglio di Stato" (severa questa volta con il "Tar", considerando le censure in parte inammissibili e in parte infondate, in sostanza insussistenti), che ribalta il giudizio di primo grado, mettendo non solo la parola "fine" alla vicenda e a tante strumentalizzazioni, ma segnalando come i diversi soggetti pubblici avessero operato con la necessaria correttezza in vista di una decisione politica che, come tutte le scelte, è naturale che possa piacere o dispiacere. Ma il diritto è altra cosa.
Certo è che l'analisi delle carte effettuate fa dire ai giudici del Consiglio di Stato che sarebbe stata ben peggio, "non solo per esigenze di contenimento dei costi, ma anche per soddisfare le effettive esigenze dei mandriani", l'alternativa - supportata dagli ambientalisti - della monorataia al posto del sentiero carrabile.
Una bella bacchettata!

Banalizzare il "ti amo"

Un ti amo gigantesco allo stadioAll'epoca in cui ho avuto (sarebbe forse meglio usare il passato remoto...) la mia "educazione sentimentale", cioè gli elementi fondamentali nei rapporti con le ragazze, la mappatura - frutto dell'evoluzione culturale dei miei tempi - prevedeva un cammino linguistico, di cui non avevo consapevolezza semantica, del genere, in crescendo: il generico «mi piaci», il consueto «ti voglio bene» e il raro «ti amo».
Leggo come l'etimologia di "amare" sia discussa e complessa e la pista indoeuropea, prima del latino, sembra ormai scalzata dall'etrusco. Chissà!
Spiace che questo termine così antico venga oggi svilito da un uso, di cui la televisione è amplificatore, che prevede un uso banalizzato del "ti amo", adoperato per non solo per i legami più stretti, ma anche per parenti e amici.
Una scelta che mostra una sorta di decadenza nella lingua, che toglie per l'impoverimento lessicale ogni utile sfumatura a vantaggio di un italiano standard ridotto a poche centinaia di parole. Con la novità, direi clamorosa, di un sacco di gente, proprio nella già citata televisione, che parla così male da non consentire neppure la comprensione!
Pare che questo esotismo, come la "donna baffuta" nei circhi di una volta, sia molto apprezzato.

Primavera

Mario Rigoni Stern«Ogni volta che arriva la primavera io "sento" la terra e m'innamoro. E' bellissimo: è la terra che si risveglia, che fa crescere i fiori e se ne sente l'odore e vi giuro che ogni volta mi viene voglia di raccontarlo. L'aria cambia e cambia anche il movimento da dove viene l'aria: è sempre un rinascere».

Mario Rigoni Stern

Un esercito europeo

Il principe Alberto II di Monaco durante il forumI "Campionati mondiali militari invernali" in corso in Valle, in un curioso ma comprensibile contrappasso, sono stati aperti da una serie di riflessioni sulla pace in parte nel solco del cinismo romano «si vis pacem para bellum» ("se vuoi la pace prepara la guerra" cit. Cicerone).
Basta scorrere l'elenco "Lista dei Conflitti in corso" su www.guerrenelmondo.it per capire quanto le guerre, esplicite o nascoste sotto la cenere, restino una tragica realtà in molte zone del pianeta.
Quel che personalmente mi colpisce è il livello ancora bassissimo di reale integrazione delle forze armate fra i Paesi dell'Unione europea, pensando invece che un vero "esercito europeo" farebbe fare passi da gigante al processo d'integrazione.
Evoco in una pillola la storia della "Ced", la "Comunità europea di difesa", affossata - in una serie di vicende concitate - il 30 agosto 1954 dall'Assemblea Nazionale francese. La proposta era nata dalla necessità di far fronte alla minaccia comunista che con il blocco di Berlino e il colpo di stato in Cecoslovacchia aveva mostrato il suo vero volto.
Da allora si è fatto pochino, come mostra il silenzio del "Trattato di Lisbona" sul tema e il ruolo crescente della "Nato" con cui fare i conti.
Chi è federalista non può che dolersene. 

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