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21 gen 2023

L’emigrazione valdostana che cambia

di Luciano Caveri

Sarò in queste ore travagliate e persino dolorose della politica valdostana all’Arbre de Noël de Paris, momento di festa delle associazioni dell’emigrazione valdostana. Ci sono stato per la prima volta nel 1987 e ho visto negli anni successivi – ci sono stato spesso – il lento declinare delle presenze per ovvie cause. Più passano le generazioni e meno il richiamo delle radici incide sui più giovani. Spiace che questo avvenga, pensando a questo fenomeno così importante, che nelle diverse epoche, ha creato comunità valdostane in diverse parti del mondo con epicentro proprio Parigi. Si emigrava per cercare fortuna o, ad esempio in epoca fascista, perché si era dissidenti politici, Racconta il sito dell'Union Valdôtaine de Paris: "On estime à 500.000 le nombre de Français d'origine valdôtaine, soit quatre fois la population actuelle de la Vallée d'Aoste. Une émigration valdôtaine ancienne s'est d'abord tournée vers l'Allemagne, depuis la vallée de Gressoney où la pratique des dialectes alémaniques de cette zone walser facilitait une telle destination. Elle a atteint son apogée au milieu du XVIIIe siècle et s'est prolongée durant une bonne partie du XIXe siècle. Mais la principale émigration valdôtaine s'est produite vers la France, la Suisse, les Etats-Unis et l'Amérique du Sud dès le milieu du XIXe siècle et jusque dans les années 1950. À la fin du XIXe siècle, la Vallée d'Aoste va vivre des transformations radicales sur le plan économique et social. La politique libérale voulue par Cavour va engendrer la crise de l'industrie valdôtaine, représentée principalement par les secteurs miniers et métallurgiques. Elle va aggraver, par effet, la situation déjà difficile des zones agricoles. Entre 1862 et 1911, plus de vingt mille Valdôtains, soit un cinquième de la population totale, sont obligés d'abandonner définitivement leur patrie pour chercher fortune ailleurs. Malgré le chemin de fer qui relie depuis 1886 la Vallée d'Aoste à la plaine du Pô, peu de ces migrants songent à l'Italie. Ils préfèrent emprunter, à pied, les anciens cols alpins pour se rendre en France ou en Suisse Romande, les deux pays frères. Beaucoup d'entre eux ont rendu définitive l'émigration saisonnière qui avait toujours caractérisé l'hiver valdôtain dans des métiers comme ramoneur, sabotier ou pour effectuer les saisons de fromage. La destination principale est la France et en particulier la périphérie parisienne où l'on dénombre au début du XXe siècle dix à douze mille Valdôtains. Ainsi, des villes comme Levallois-Perret concentrent une forte population d'immigrés venus de Vallée d'Aoste. Des sociétés de solidarité sont créées: Union Valdôtaine de Paris en 1897, Union Valdôtaine de Lausanne en 1904. Certains fondent des associations d'assistance mutuelle dont le réseau est tellement développé qu'à New York, par exemple, un Valdôtain pouvait toujours trouver une chambre en location auprès de l'un de ses compatriotes". E’ un fenomeno che in questi ultimi anni si sta sondando più in profondità e c’è pure chi, in diversi Paesi del mondo, ha scoperto grazie al Web le proprie origini e “riscopre” la Valle da cui partirono i propri avi. Quando mi occupavo dei Programmi Rai per la Valle d’Aosta, il regista valdostano di Parigi Didier Bourg ha ricostruito e il lavoro è ancora in corso una parte di mappatura con protagonisti che andavano intervistati e di cui bisognava recuperare materiale iconografico, visto il rischio che una parte del patrimonio orale, ma anche appunto materiale (pensiamo alle fotografie), rischiasse di scomparire, rendendo impossibili certe ricostruzioni. Segnalo che dedicammo anche una trasmissione radiofonica curata da Nathalie Dorigato per "Rai Vd'A", intervistando per telefono esponenti vari della nuova emigrazione in giro per il mondo. Si è trattato prevalentemente di giovani che scelgono, per studi o per professione, di lasciare la Valle, installandosi nei diversi Continenti e rappresentano una nuova forma di emigrazione di cui in molti si stanno occupando, come la ricercatrice Michela Ceccarelli, che ha scritto sul tema dei libri e ci sono state conferenze e incontri organizzati dalla Fondation Chanoux. Personalmente credo che sia un filone interessante, ma diverso dall’emigrazione storica, che ha avuto caratteristiche ben diverse sotto il profilo sociale ed economico. Questo non esclude di immaginare la creazione strutturata di una vera e propria rete di questi valdostani finiti all’estero, il cui apporto di idee e di proposte a beneficio della terra natale potrebbe essere utile ed interessante e per fortuna i problemi di comunicazione grazie al Web non ci sono più rispetto al passato.