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08 ott 2021

Fenomenologia del bidet

di Luciano Caveri

Credo che sarebbe bene non prendersi mai troppo sul serio. Per questo anche qui ogni tanto mi va di scherzare, essendoci in giro molte cose tristi se non tetre. Un classico nei viaggi che ciascuno di noi ha fatto è la scoperta, in certi Paesi da considerarsi quasi sconcertante, della assenza del bidet. Quanto noi nelle nostre case consideriamo oggetto d'uso indispensabile per la nostra igiene. Mentre ero impegnato in acrobazie nella doccia, mi sono chiesto spesso in certi luoghi: «Ma loro come diavolo fanno?». Non fanno. Ecco perché a risolvere questa questione - capisco che ce ne siano di più importanti - è spuntato su "Il Post" un articolo illuminante. Ecco il passaggio che già risulta utile: «La ragione per cui in alcuni paesi il bidet non si è diffuso è di tipo culturale. Strumenti con funzioni simili al bidet esistevano già nel Medioevo e nell'antica Roma, ma il bidet per come lo conosciamo oggi è un'invenzione francese (anche se alcuni la attribuiscono a Maria de' Medici, moglie del re di Francia Enrico IV tra il 1600 e il 1610)».

«"Bidet" è una parola francese che significa "cavallino" - prosegue l'articolo - e si riferiva a una razza che oggi non esiste più, i cui esemplari in passato erano utilizzati come animali da tiro. I primi bidet erano amovibili e di legno, con quattro zampe, e chi li utilizzava doveva riempire la bacinella e poi sciacquarsi mettendocisi a cavalcioni sopra, da qui il nome. I bidet cominciarono a diffondersi tra gli aristocratici francesi a partire da metà Seicento. Ce n'erano molti anche nella reggia di Versailles, ma all'epoca il concetto di igiene era molto diverso rispetto a oggi. Era diffusa la convinzione che l'acqua portasse malattie e le persone tendevano a lavarsi poco e frettolosamente, anche quelle appartenenti alle classi nobiliari che avevano più disponibilità di acqua e sapone. Perciò il bidet era ritenuto più che altro un diletto, uno strumento utile soprattutto nell'ambito della sfera sessuale». In effetti in passato - e neanche tanto remoto - il concetto di igiene personale e pure intima non era così spiccato. Può anche essere che noi si esageri al contrario, ma direi che è meglio eccedere che risparmiarsi in questo campo. Poi l'articolo aggiunge più avanti: «Non è un caso che negli anni successivi il bidet sia diventato parte dell'arredamento di tutti i bordelli francesi, dove le prostitute lo usavano dopo i rapporti sessuali. Probabilmente per via di questa usanza, e per la scarsa conoscenza che c'era in passato in ambito ginecologico, si affermò l'idea che lavare i genitali con acqua dopo un rapporto sessuale fosse un buon metodo contraccettivo. Questa convinzione rimase in circolazione per anni, fino al Novecento inoltrato, e conferì al bidet un'aura profondamente negativa e scabrosa, almeno in certi paesi. A diffidare di più del bidet sono infatti i paesi protestanti: in Germania, nel Regno Unito e negli Stati Uniti è raro trovarne uno, e ancora oggi molte persone americane, tedesche e inglesi non sanno neanche cosa sia, per via di un insieme di ragioni. Innanzitutto, il vecchio pregiudizio che lavarsi le parti intime fosse qualcosa di peccaminoso e legato a pratiche considerate immorali ha resistito di più in questi paesi piuttosto che in quelli cattolici. Ancora a inizio Novecento, negli Stati Uniti, l'hotel "Ritz" di New York fu costretto a distruggere i bidet che aveva installato nelle camere per le proteste di alcuni gruppi di pressione moralisti (i cosiddetti "guardiani della moralità"). Peraltro questa immagine negativa si consolidò quando i soldati tedeschi, americani e inglesi andarono in Francia a combattere durante la Seconda guerra mondiale e si imbatterono nei bidet frequentando i bordelli nelle città francesi, riportando poi il pregiudizio in patria. Per tutta questa serie di motivi, e anche per il fatto che in questi paesi ai bagni non veniva dedicato grande spazio, i bidet non si sono mai diffusi». Ma spostiamoci altrove, dove lui, il bidet, troneggia nei bagni: «I paesi dove invece ce ne sono in varie forme sono quelli mediterranei (anche se in Portogallo e in Spagna stanno un po' scomparendo in favore del doccino), quelli del Sud America (dove il getto d'acqua è verticale e non orizzontale come in Europa) e alcuni del Nord Africa come Egitto e Marocco. In Asia, soprattutto in Giappone e in molti paesi del Sudest asiatico, si sono invece diffusi i cosiddetti "washlet", in sostanza un water con getto d'acqua incorporato. In Italia il pregiudizio protestante non ha mai attecchito, probabilmente perché il bidet cominciò a diffondersi molto presto, già nel Settecento. La prima a volerne uno fu Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, regina di Napoli, che ne allestì uno nella Reggia di Caserta (dove ancora si trova)». Ricordo che a questo proposito circola la storia che quando le truppe piemontesi occuparono la Reggia, non sapendone l'uso, nel loro inventario lo segnarono come «strano oggetto a forma di chitarra»... Infine una spiegazione su di un grande interrogativo: «La diffusione massiccia in tutte le case italiane, però, si ebbe solo dopo la Seconda guerra mondiale. In Francia, al contrario, questa diffusione massiccia non c'è stata, nonostante sia il paese che l'ha inventato. Nei decenni dopo la guerra - al contrario dell'Italia - per risparmiare spazio negli appartamenti si sono costruiti sempre più bagni senza bidet, soprattutto nelle grandi città come Parigi». Non so se sia proprio così: io di bidet in Francia non ne ho visti, pur cambiando Départements... Invece ho apprezzato i water giapponesi con musica, profumi e lavaggio incorporato. Genialità nipponica. Altro che il dilagante idroscopino!