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07 lug 2021

La forza dell'autostima

di Luciano Caveri

L'autostima è una grande cosa. Mi sono nel tempo convinto - anche se sul tema ci sono un sacco di approcci scientifici, ma anche ci sguazzano molte baggianate - che questa questione non riguarda solo le persone, ma comunità tutte intere, Valle d'Aosta compresa. Lo dico in premessa: noto in questo periodo una tendenza pessimistica in Valle d'Aosta ed una logica che va dal depressivo al crucifige con passaggi intermedi che mostrano una debolezza sociale, che significa in fondo un venir meno della coesione necessaria. Così, fra il serio e il faceto, ho cercato sul Web le ragioni per avere autostima, frutto proprio di tecniche psicologiche e di coaching.

Si è consapevoli di essere degni di felicità e di rispetto; è il primo passo per iniziare a credere in sé stessi, costruire la sicurezza in sé stessi: se non rispettiamo noi stessi, gli altri non lo faranno; se non si gode di una sana autostima, possiamo persino arrivare ad avere una falsa immagine di noi stessi, risultato di come crediamo che gli altri ci vedano; ci consente di sentire rispetto per sé stessi e sentirci orgogliosi, anche quando commettiamo un errore: l'autostima influisce profondamente sul nostro pensiero, emozioni, felicità, desideri e mete; ci fa sentire all'altezza nei vari contesti e situazioni della vita; ci libera dalle paure e delle insicurezze che ci bloccano; si affrontano le critiche e giudizi degli altri in modo costruttivo; ci permette di prendere le decisioni corrette; ci consente di affrontare i problemi e le difficoltà da una prospettiva diversa; ci consente di affrontare nuove sfide; facilita il raggiungimento dei nostri obiettivi.

Ovviamente si possono condividere o non condividere i punti, ma resta certo che come modo di approccio questa storia dell'autostima va presa molto sul serio. Sintetica ma esaustiva è una frase di Albert Einstein: «una comunità sana è legata tanto alla libertà degli individui quanto alla loro unione sociale». Già, ma perché funzioni ci vuole un senso di comunità come elemento aggregante. E' vero che esistono, anche per noi, dei confini, che consentono di definire chi fa parte della comunità, e quindi consentono processi di identificazione. Ci sono poi una storia, una cultura e anche una simbolistica che rafforzano la coesione all'interno della comunità. La comunità deve poter offrire protezione e sicurezza, che cementa legami significativi fra persone e con il territorio. Si deve poter affermare l'investimento personale, ovvero il contributo che ciascuno è in grado di dare alla comunità sia in termini materiali che immateriali. Lo scopo personale e collettivo dovrebbe mirare a crescere e migliorare con forme di azione e partecipazione collettiva, spontanea od organizzata. Certo bisogna crederci, e la politica può essere una delle espressioni di queste caratteristiche, che devono però esistere già come elemento di aggregazione su cui porre su basi solide gli aspetti Istituzionali. Ma ci vuole anche, per chiudere il cerchio, l'autostima personale e comunitaria, altrimenti mancherebbe un'indispensabile precondizione per costruire e mantenere una casa comune.