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11 feb 2021

1958: Nel blu dipinto di blu

di Luciano Caveri

L'altro giorno su "Twitter" c'è chi ha lanciato una di quelle catene cui normalmente non partecipo. Nel caso in oggetto si trattava di vedere quale canzone avesse vinto il "Festival di Sanremo" nel proprio anno di nascita per capire, come tema, se fotografasse l'attuale situazione sentimentale dei partecipanti al giochino. Compito facile perché, per caso, lo avevo già scritto in passato e lo riporto con me parole di allora. «Se fossi una canzone, visto che risale come me al 1958, potrei sentirmi quel capolavoro che è "Nel blu dipinto di blu" con quella strofa - cantata in tutto il mondo - che fa «Volare oh oh, cantare oh oh oh, nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù». Pare che il brano, scritto da Domenico Modugno e Franco Migliacci, sia nato da un'ispirazione mista far un quadro di Marc Chagall ed il cantante al pianoforte che guardò il cielo e gli venne quel "Volare" che ha connotato la canzone per sempre».

Ha raccontato Franca, la moglie di Modugno, come la canzone fu davvero frutto del caso: «Un giorno dovevamo andare al mare, però Migliacci si era ubriacato e non si presentò all'appuntamento. Restò a dormire e sognò un quadro di Chagall, "Le Coq Rouge". Scrisse versi sul firmamento: in quel periodo tutti eravamo presi dallo Sputnik». Si trattava del primo satellite messo in orbita dall'Unione Sovietica, tappa fondamentale per la conquista dello spazio! Mi piace l'origine dell'ispirazione. Amo Marc Chagall, russo naturalizzato francese, nel 2015 avevo visitato una mostra bellissima a lui dedicata al "Museo Reale" di Bruxelles, ma concepita a Milano. Si trattava si ben 220 opere provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali del mondo come la "Tate" di Londra, il "MoMA" di New York, il "Centre Georges Pompidou" di Parigi, il "Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris", il "Museo Thyssen-Bornemisza" di Madrid, il "Nagoya City Art Museum", il "Museo Nazionale Russo" di San Pietroburgo e molte altre. Insomma: una vera summa delle sue opere pittoriche. Scoprii in quella visita che il suo vero nome era Moishe Segal, anche se era costretto ad usare una versione ulteriore russofona. Era nato nel 1887 a Vitebsk, oggi Bielorussia, ed è morto a 97 anni, nel paese provenzale Saint-Paul de Vence, dove in passato ho visitato la "Fondazione Maeght" per cui lui stesso operò, luogo cult dell'arte moderna e contemporanea. Un anno dopo la mostra nella Capitale belga ritrovai i suoi quadri in una mostra molto più piccola ma carina al Forte di Bard. Non sono un esperto d'arte ma i quadri di Chagall - specie quelli più colorati e fantasiosi - sono realizzazioni vitali e aeree, piene di simbologie e sentimenti, che ti fanno penetrare in un mondo intrigante e visionario. Questa logica "aerea" dunque venne trasfusa in quel brano, "Volare" come lo si chiama di solito, indissolubilmente legato a Domenico Modugno e quasi profetico di due cose. La prima, più importante, è l'aria frizzante e gioiosa di quegli anni, pur con tutte le contraddizioni del caso, del boom economico e pure demografico, che è sempre frutto dell'amore. Il secondo, più simbolico, è che questo evocare il volo fu profetico di quel fenomeno di affermazione dei voli aerei commerciali, che hanno aperto le frontiere del mondo, consentendoci di viaggiare e mai come ora che nn possiamo farlo ne possiamo apprezzare l'importanza. Aggiungerei che di questa globalizzazione ha fruito anche la canzone che ho sentito cantare in tutti i Continenti che ho visitato. Per altro, rispondendo al giochino iniziale, la trovo del tutto corrispondente alla mia concezione dell'Amore.