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01 nov 2019

L'autunno fra grigiori e colori

di Luciano Caveri

Uno può raccontarsi tutte le storie che vuole. Ma la verità è che nell'autunno esiste qualche cosa di struggente. E non è solo l'evidente metafora della vita, presente nelle succedersi delle stagioni (e io nell'autunno della vita ci sono, gioiosamente ma conscio del tempo che fugge), quanto semmai il fatto che ambienti ed atmosfere invitano a riflessioni maggiori rispetto a quella solarità che è segno dell'estate. Se dovessi immaginare una colonna sonora di uno stato d'animo è un Tenco d'annata, sospeso nel mito della sua morte "giovane": «Un giorno dopo l'altro il tempo se ne va le strade sempre uguali le stesse case. Un giorno dopo l'altro e tutto è come prima un passo dopo l'altro la stessa vita. E gli occhi intorno cercano quell'avvenire che avevano sognato ma i sogni sono ancora sogni e l'avvenire è ormai quasi passato».

Ovviamente non condivido questo suo pessimismo, ma il senso di una certa indeterminatezza esiste in quella sorta di languore che ti piglia con questi primi freddi e con certi grigiori con pioggia e nuvole basse. Chissà poi perché l'autunno diventa, nella maggior intimità domestica ed in una Natura che diventa più ostile, un momento più intimo con i propri pensieri e come tale riflessivo se non, a tratti, nostalgico. Ci sono quei versi finali, scanditi e netti, della celebre poesia sull'autunno di Guillaume Apollinaire: «Et que j'aime ô saison que j'aime tes rumeurs Les fruits tombant sans qu'on les cueille Le vent et la forêt qui pleurent Toutes leurs larmes en automne feuille à feuille Les feuilles Qu'on foule Un train Qui roule La vie S'écoule».

In fondo è lo stesso pensiero cronologico che ci accompagna in ogni momento dell'anno, ma questa oscurità mattutina colpisce, così come il buio che casca quando prima esisteva ancora la luminosità. Il paradosso, tuttavia, sono questi cieli d'autunno, che hanno colori che colpiscono. L'altro giorno nuvole tinte di rosa si stagliavano sul cielo di tenue azzurro del cielo sopra Aosta, mentre la Bassa Valle aveva un cielo striato di giallo e la sera, al tramonto, c'è un analogo tripudio di colori. Per altro - mentre le giornate si accorciano - frutta e verdure di stagione si accendono con le coloriture delle mele, il bagliore dei cachi e del melograno, così come le uve, ma non scherzano le zucche e certi cavoli colorati, mentre il mimetismo di funghi, castagne e noci mostrano come le livree siano un segno anch'esso della stagione.