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15 ott 2019

I nostalgici del nazismo e del fascismo

di Luciano Caveri

Se non fosse per la violenza dell'azione con due morti e l'odio antisemita di un attacco ad una sinagoga in un giorno di festa per la comunità ebraica, il giovane tedesco nazista che ha colpito in queste ore in Germania ad Halle - con la sua divisa sbarcata che ricordava le "SS" e la goffa tecnica militare - lo si sarebbe potuto considerare nient'altro che un patetico relitto, malgrado l'età. Invece, quanto avvenuto in Sassonia è lo specchio dei tempi e di queste presenze invadenti che sbandierano in Germania nostalgie naziste ed in Italia fasciste. Basta poi guardare certi siti web per verificare come questi fenomeni abbiano una risonanza mondiale. In Italia più che in Germania si è trascurata la storia e la giustificazione classica di fronte a certi deliri è stata «sono ragazzi», nel senso che si è incendiari da giovani, destinati poi a diventare conservatori da vecchi. Mentre sono fenomeni seri da non sottostimare perché radicati con la complicità di cattivi maestri.

Certe mascherate sfociano poi in tragedie e non vanno ascritte a casi di follia, perché sarebbe troppo comodo far finta che non ci sia ormai una rete radicata che fa proselitismo. E che reagisce agli attacchi brandendo - si pensi al paradosso - la libertà di professare le proprie idee. In Italia poi la tolleranza eccessiva è cominciata già nel dopoguerra e così l'estrema destra fascista ha insanguinato le piazze negli anni sciagurati della "strategia della tensione" ed oggi catechizza un sacco di giovani, raccontando balle sul ventennio e spingendo sull'aspetto sociale di un regime in verità liberticida. Per chi perpetra balle spaziali su quanto ci fosse di buono nel fascismo ricordo la buona lettura con il libro di Francesco Filippi, edito da Bollati Boringhieri - "Mussolini ha fatto anche cose buone" con il sottotitolo: "Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo". Queste idiozie sono frutto di ignoranza e malafede e della mancanza di quella "terra bruciata" che si sarebbe dovuto fare. Spesso cascame, dopo tanti decenni, della stessa propaganda fascista, abilissima nel descrivere il Regime come ispiratore di riforme e trasformazioni false o ascrivibili ad altri. Filippi lo spiega in dettaglio in modo spietato e per chi è propagatore di menzogne cade ogni speranza di omaggiare quei tempi e il Duce. Ma l'aria dei tempi va sorvegliata. L'altro giorno - senza essere troppo esatto - ero in un luogo affollato dove ad un certo punto nel tappeto musicale di sottofondo è spuntata una versione kitsch spagnoleggiante del canto "Bella ciao" e chi gestiva la musica - avvertendo il rischio di chissà quale esposizione ideologica ad un canto diventato simbolo partigiano - si è sentito in dovere di dire: «Se a qualcuno dà fastidio la cambio!». Non so se mi spiego. Idem per discussioni in cui mi sono trovato impegolato sul fascismo "buono" con persone che non prendevano un canale o l'imbarazzo di chi tira fuori a sproposito e senza far ridere barzellette sugli ebrei. Sul nazismo, l'immortale autore del capolavoro "Il giardino dei Finzi Contini", Giorgio Bassani, ha scritto meglio di qualunque politologo: «Il suo cinismo, la sua crudeltà, la sua perfidia, trovano dall'inizio tutta una orgogliosa cultura preparata a giustificarli, a farseli propri. La tirannide non presenta più il viso odioso e meschino del regime di polizia, non adopera più di soppiatto, tra impaurita e feroce, i vecchi mezzucci della sobillazione e della calunnia, ma si accampa, fanatica e violenta, con la sicurezza, l'intransigenza esclusiva di una religione messianica. [...] Sentirsi puri, non contaminati. Il popolo tedesco ha sempre reagito alle proprie crisi con un disperato, irrazionale desiderio di purezza». Chi oggi fa da cassa di risonanza a certe idee non ha nessuna giustificazione da accampare. Questo vale anche per il fascismo. Il lapidario Piero Calamandrei lo sapeva e diceva senza "se" e senza "ma": «Il ventennio fascista non fu, come oggi qualche sciagurato immemore figura di credere, un ventennio di ordine e di grandezza nazionale: fu un ventennio di sconcio illegalismo, di umiliazione, di corrosione morale, di soffocazione quotidiana, di sorda e sotterranea disgregazione morale». Di queste cose si ha davvero nostalgia?