Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
11 apr 2019

Non sono un pistolero

di Luciano Caveri

Non credo molto alle statistiche sui furti in casa in Valle d'Aosta, anche se risultano comunque in aumento. A meno che non si abbia una polizza assicurativa e dunque si debba andare a denunciare per essere in qualche modo risarciti, non tutti scelgono la strada della carta bollata, considerandola in parte inutile per l'oggettiva difficoltà di individuare i banditi e alla luce anche di qualche sentenza mite nei confronti di autori di "colpi". Hanno comunque sul punto ragione le Autorità di polizia quando segnalano la necessità di denunciare e soprattutto di avere regole di prudenza e di allerta, essendo la popolazione stessa la prima a poter fornire un quadro sfavorevole alle azioni dei malviventi. Va detto che sinora, per fortuna, nelle case valdostane non ci sono stati casi di rapina, cioè quando i malviventi usano violenza o minaccia, quanto invece avvenuto non molto distante da noi con bande molto violente e pronte a tutto, di cui purtroppo la cronaca nera è piena.

Il fenomeno dei furti, che avvengano lungo l'asse centrale comodamente servito da strade per la fuga anche per arrivi di bande specializzate da fuori Valle o tocchino le località turistiche con allettanti seconde case senza occupanti fuori stagione, crea comunque una viva preoccupazione. Lo vivo in questi giorni, visto che attorno a casa mia a Saint-Vincent ci sono stati furti, persino con persone che dormivano mentre i ladri agivano. Sono attrezzato con antifurto, altri hanno cani nel perimetro attorno all'abitazione, ma ci sono anche coloro che da tempo sono armati o, alla luce delle recenti normative più liberali sulla "legittima difesa", hanno deciso di farlo. Ricordo il cuore delle modifiche di legge. In particolare - proprio in tema di "legittima difesa" - viene esclusa la punibilità per coloro che eccedono i limiti di legge perché hanno agito "in condizioni di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto". Sarà la giurisprudenza a dirci con esattezza che cosa questo voglia dire ed immagino che dovrà, dopo sentenze difformi, arrivare la Cassazione a dare una certa chiarezza, ma non è da escludere che qualcuno - attraverso qualche giudizio in corso - invochi la Corte Costituzionale. Ricordo poi la scelta di inasprire le pene per coloro che si rendono colpevoli di furti, rapine e violazioni di domicilio. Personalmente credo in due cose. La prima riguarda questa questione dell'autodifesa con l'utilizzo delle armi. Ho conoscenti che dormono con la pistola o il fucile a fianco al letto. E devo dire che si tratta di una scelta che non mi appartiene: non vorrei avere un'arma a portata di mano, anche se dovessi addestrarmi a farlo. Credo che esista in questa previsione una forte componente di rischio e ritengo che debba essere lo Stato a garantire la mia sicurezza, perché il rischio di "far west" incombe se si dice al cittadino che può reagire da solo, anche se questo ovviamente sarà consentito solo a fronte di casi particolari che verranno, come dicevo, statuiti dalla giurisprudenza. L'altro giorno una delle persone che conosco, armata fino ai denti e determinata a "tirare" se necessario, mi suggeriva, con un certo sospetto per la mia anima candida, di comperarmi una bella pistola che spara un getto di peperoncino (anche a ripetizione...). Sono andato a vedere ed anche in questo caso ho deciso di lasciar perdere, immaginando la scena - nel buio della notte - del sottoscritto in pigiama che spara con quest'arma al peperoncino ed un rapinatore che mi centra in fronte con un proiettile vero. La seconda - su cui ho visto che qualcosa si muove, specie ad Aosta - è l'importanza del sistema di videosorveglianza a condizione naturalmente che ci sia qualcuno che controlli quanto avviene sui monitor, altrimenti l'uso delle immagini in fase successiva serve a trovare i colpevoli che ormai sanno del rischio di essere ripresi e si rendono ovviamente irriconoscibili. Ricordo quando la "GPS Standard" di Arnad, purtroppo in crisi in questi ultimi anni, era una ditta assolutamente di avanguardia in questo settore, lavorando addirittura per alcuni Stati del mondo per sistemi di controllo di zone particolari come aeroporti e basi militari. Mi avevano impressionato quei sistemi attivi, che segnalavano agli operatori incaricati movimenti sospetti nelle zone riprese, attirando la loro attenzione su queste anomalie. Sappiamo bene, in più, come il controllo delle vie di accesso e di fuga della Valle sono semplici per l'obbligatorietà dei percorsi di ingresso e di uscita e ormai ci sono sistemi automatici di rilevamento e di relativo esame delle targhe degli automezzi. Insomma: le tecnologie e la loro evoluzione, che fanno scricchiolare la tanto sbandierata privacy con norme che sono ridicole rispetto alla realtà di un mondo in cui siamo sempre più "spiati", possono essere più di aiuto nella prevenzione e nella repressione di reati odiosi come furti e rapine in casa senza immaginare che ci si debba armare. Resta la consapevolezza di come queste "intromissioni" dei ladri creino un allarme sociale, specie in quella fascia di popolazione più anziana, che ha già i suoi problemi senza dover avere la preoccupazione di qualcuno che li aggredisca nella propria casa.