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23 dic 2018

Mille sfumature di neve

di Luciano Caveri

Bisogna sempre "astrologare" - non nel senso di esercitare l'astrologia, cui non credo, ma si può prendere come un divertissement - intendendo invece il verbo come "congetturare" o meglio "fantasticare". Si tratta di un'attività ottima per svagarsi contro lo stress delle molte cose quotidiane che ci assediano. Osserva Kahlil Gibran: «Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola. Ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa». Oggi, su questo, mi esercito. Avete presente Giacomo Leopardi e la sua "Quiete dopo la tempesta", che racconta quanto avviene dopo un violento temporale e quindi della ripresa dopo la burrasca delle attività quotidiane da parte della gente del borgo natio, Recanati, piccolo paese marchigiano?

"Passata è la tempesta: Odo augelli far festa, e la gallina, Tornata in su la via, Che ripete il suo verso. Ecco il sereno Rompe là da ponente, alla montagna; Sgombrasi la campagna, E chiaro nella valle il fiume appare. Ogni cor si rallegra, in ogni lato..." Non la cito tutta e chi non la conoscesse vada a leggere questo capolavoro di un poeta che riesce a raccontare il mondo partendo dalla propria piccola realtà che diventa universale. Ho sempre pensato, amando conoscere posti nuovi e anche lontanissimi come cultura, che certi sentimenti sono patrimonio che si irradia da dovunque per rappresentare quel che siamo. Se Leopardi fosse nato in un analogo paesino di montagna penso che sarebbe stato folgorato da quel che capita, come avvenuto in queste ore in Valle d'Aosta, dopo una nevicata. Anche se forse, sfiorando Recanati i trecento metri («l'ermo colle») ed avendo la vista sugli Appennini ed attraverso il mare persino sui monti della Dalmazia, la neve sicuramente l'ha vista nel suo paese o nei panorami più distanti e ho trovato in sue lettere al padre un riferimento a nevicate a Roma! Ebbene, che cosa vedo nella mia memoria del "dopo una nevicata"? Intanto dal letto "sentivo" che era nevicato (sarò démodé ma quello giusto è il verbo "essere", però l'uso di "avere" come ausiliario ormai dilaga...) dal silenzio ovattato che era più "forte" del solito. Leggevo su "Focus" che è scienza e non poesia: "La tipica forma dei fiocchi di neve e la loro consistenza voluminosa fanno sì che tra un fiocco e l'altro si crei molto più spazio di quello presente, per esempio, su una superficie d'acqua liquida. Questi piccoli spazi d'aria assorbono il suono e impediscono alle onde sonore di rimbalzare facilmente come avviene in altre condizioni: di conseguenza, i rumori risultano attutiti". Ma poi che fosse nevicato è stato confermato da un rumore: lo stridio della lama dello spartineve sulla strada davanti a casa. Dalla finestra più tardi ho "spiato" una bambina allegra da sola nel suo cortile che giocava con la neve polverosa, facendo palle di neve e spostandola con nuvole bianche. Salendo a Torgnon, guidando con prudenza, avevo quella visuale della quiete dopo la... nevicata con il biancore che contrastava con nuvole nere e sul fondo spiccava l'alba con l'azzurro colorato d'arancio. Altre immagini, questa volta dalla memoria. I miei gatti, schifiltosissimi, buttati fuori di casa che si approcciano a camminare sulla neve e con una zampa toccano l'oggetto freddo come si trattasse di chissà quale schifezza per poi camminare come equilibristi su di una corda. Ed il cucciolo di golden retriever che ritrova nel proprio "dna" questa sostanza familiare "nuotando" letteralmente nella neve amica, rifiutandosi di smetterla con un abbaiare corto che sembra fatto di gridolini di gioia. E che dire proprio della gioia con i bimbi piccoli nel costruire il difficilissimo pupazzo di neve? Quando infine metti berretto e naso di carota è una rara soddisfazione. Analoga alla sciata fuoripista nella neve fresca, quando giudichi la bellezza o meno della traccia, se bene o male pennellata. O la magia di cui ho goduto di sciare nella notte illuminata dalla luna con la neve resa quasi fosforescente da quel pianeta in un'atmosfera quasi surreale. Neve: purificatrice di atmosfere e dà pulizia a tante brutture terrestri per il tempo che dura. Ogni tanto dovrebbe nevicare nelle nostre teste per far pulizia di tanti brutti pensieri.