Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
08 nov 2018

4 Novembre senza fanfare

di Luciano Caveri

Cento anni fa, come oggi, si chiudeva la Prima guerra mondiale: una ferita terribile e sanguinosa per la Valle d'Aosta, che ebbe un bilancio di morti, invalidi e feriti senza eguali rispetto ad altre Regioni italiane. Togliendo il guscio della retorica patriottarda, ancora viva oggi a un secolo di distanza, la Grande Guerra fu una tragedia e i sacrifici umani intollerabili e lo segnalo perché i valdostani furono trattati come carne da macello e non consola affatto la circostanza che si dimostrarono soldati e ufficiali tenaci e coraggiosi con il "Battaglione Aosta" degno della sola medaglia d'oro al valore di quel conflitto per certe battaglie che furono una carneficina. Sarebbe bene dirlo in tutte le circostanze in un'epoca in cui certi nazionalismi stupidi e aggressivi tornano sul Vecchio Continente e vengono sdoganati i successivi orrori, quelli del fascismo e del nazismo, così come c'è chi guarda alla Russia guerrafondaia con simpatia, dimenticando quel comunismo autocratico che imprigionò larga parte dell'Europa ed aprì i "gulag".

Che si scriva a chiare lettere come la minoranza di federalisti avveduti, europeisti della prima ora, spiegarono profeticamente dopo il primo conflitto mondiale per filo e per segno come o si sarebbe dovuto cambiare registro in una dimensione comunitaria o sarebbe arrivata una seconda guerra ancora più feroce e distruttiva, quanto avvenne purtroppo, sommando tragedie a tragedie. Che vanno ricordate non solo per esaltare vittorie e coraggio, ma per esorcizzarne gli aspetti più profondi, sapendo che tutto può tornare e ci sono troppe storie che si somigliano nell'insegnamento del passato e certi demoni possono risorgere a distruggere e a far soffrire. Anzi le tecnologie militari si sono così evolute che la famosa minaccia della scomparsa dell'umanità in un batter d'occhio è rischio reale e creato dalle mani stesse di noi uomini, quando ci dimenticassimo di quanto siano lordate di sangue dal passato più remoto ad oggi, facendo vergognare la nostra specie. Scrivo con il dolore sulle dita con cui batto queste parole perché mi domando come diavolo sia possibile e come il Male, il Dolore, la Violenza possano - per fortuna solo in parte - affascinare le attuali generazioni e come funzioni questa storia dell'oblio che rende affascinanti ideologie ed avvenimenti che trascinarono nel baratro i popoli europei e del mondo intero. Sia chiaro che anche l'indifferenza e la distanza dai doveri della cittadinanza e dall'impegno civile e politico possono diventare complicità. Non ci si può astenere da quanto ci attornia e agisce sulle nostre vite. Come caspita si può immaginare che si coltivi la grancassa bellicista, che si ripiglino afflati nazionalisti intrisi di odio verso gli altri, che si esaltino sacri confini e ci si esibisca in pagliacciate con persone che vanno sulla tomba del Duce e che i calendari con le sue foto vengano venduti come se fosse stata una star? Tornano in superficie forme di razzismo, di incomprensione del diverso, di antisemitismo e di odio per la cultura, si aggirano non a caso antiche ignoranze e banalità piegare alla logica delle fake news con il Web ed i "social" utilizzati per propaganda falsa e volgare, che crea nuovi mostri e di conseguenza nuovi perseguitati in una deriva morale che colpisce per il suo successo. Bisognerebbe avere una macchina del tempo e condannare gli stupidi ed i cattivi a finire nelle trincee del Carso, nel misto di paura e di merda degli assalti con la baionetta con le mitragliatrici crepitanti, a vivere nella pelle delle madri, delle mogli, degli orfani cui veniva annunciata la morte di un congiunto, nel dolore e al degrado dei campi di sterminio e di internamento con la morte vicina e l'odore acre dei corpi bruciati delle persone gassate. Sia chiaro che non voglio far passare per cattivi i buoni: il mio non è un pacifismo senza realismo che alimentò ad esempio l'affermazione di Adolf Hitler. C'è chi si è trovato a combattere e lo ha fatto dalla parte buona. Questo vale anche per i partigiani contro i nazifascisti: questo non deve essere dimenticato, facendo minestroni nel nome dell'eguaglianza fra i morti. Chi è morto per la Libertà e chi per la Dittatura avrà lo stesso peso perché si è spenta un'esistenza ma il valore morale e civile non deve e non può essere equiparato. Gli americani nelle tombe dei cimiteri militari. in Europa per le due guerre mondiali raccontano una storia diversa di quelle dei tedeschi, dei giapponesi e purtroppo pure degli italiani che seguirono il disegno del Duce, di cui oggi si cerca il volto buono che non esiste se non nel revisionismo e nel negazionismo storico che mi fanno paura per me, per i miei figli, per i miei nipoti che magari un giorno leggeranno queste righe. Sappiano, senza essere manichei o avvelenati dagli ideologismi, che l'Europa unita è un valore, che la cattiveria ammantata da demagogia e populismo a basso prezzo e a largo impatto sul popolo quando è bue porta solo danni, che gli estremisti che inneggiano ad "Uomini Forti" sono degli imbecilli, che la Guerra fa schifo e che c'è chi l'ha combattuta - obtorto collo - a difesa di quei valori democratici che distinguono la Civiltà dalla Barbarie. Studiateli e difendeteli, tenendo sempre la schiena dritta. Questo dev'essere un 4 Novembre pensoso senza troppe fanfare.