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27 ott 2018

L'esito delle urne di Trento e Bolzano/Bozen

di Luciano Caveri

I risultati elettorali possono piacere o non piacere, ma - come ho sempre detto - bisogna fare i conti con le scelte democratiche della popolazione, che non sempre appaiono lineari e comprensibili, ma anche gli umori e i sentimenti contano e forse sempre di più a fronte di un impoverimento di certe basi culturali del passato. La Politica non è una scienza esatta e nelle urne si riversano - ancor di più al tempo dei "social" - un mare di storie che saranno pure molto spesso incongruenti ma influenzano i cittadini. Così il messaggio politico che arriva dalle elezioni provinciali in Trentino e nel Tirolo del Sud appare forte e chiaro. La Lega "sfonda" nella Provincia autonoma di Trento ottenendo la Presidenza e si posiziona come il primo partito "italiano" in quella di Bolzano con probabile alleanza, già imbastita da tempo, con la Südtiroler Volkspartei, che ha limitato i danni.

Fra le Autonomie speciali sono queste due le più simili alla Valle d'Aosta sia per questioni territoriali - zone alpine per eccellenza - sia per analogie, pur nella differenza, sotto il profilo delle problematiche linguistiche e culturali. Il Friuli-Venezia Giulia ha connotazioni molto specifiche e Sicilia e Sardegna idem con la loro insularità. In questi tre casi contano più paralleli di tipo giuridico attorno ai rispettivi Statuti, ma non c'è quel parallelismo che esiste con trentini e sudtirolesi. Devo dire che sono realtà che ho approfondito e conosco bene e non mi stupisca affatto quel che è avvenuto, perché si sentiva nell'aria dopo gli esiti delle ultime politiche e anche, per quel che conta, le nostre elezioni regionali che hanno sortito una Presidenza leghista, come avveniva già in Veneto e in Lombardia, cui si è aggiunto successivamente il Friuli-Venezia Giulia, mentre in Liguria c'è un presidente di Forza Italia ma considerato vicinissimo alla Lega con cui governa. Al centrosinistra, penso solo sino alla prossima scadenza elettorale, resta il solo Piemonte. Le forze autonomiste tradizionali del Trentino - assai divise e litigiose - hanno preso una scoppola, così come la Sinistra, che a Bolzano è stata colpita al cuore. La Lega in entrambi i casi "aspira" Destra moderata ed estrema, che resta in braghe di tela. E il caso della Provincia di Bolzano è interessante, perché una parte di destra di lingua tedesca nelle valli vota i leghisti, mentre a Bolzano gli italiani votano anch'essi Lega, in una logica dei due forni che colpisce davvero ed in fondo è quella che capitò in Valle con componenti nella Lega che provengono da diverse direzioni. Quel che colpisce è questo elemento. La Lega persa la sua anima "indipendentista" contro l'Italia come Stato sopraffattore e contro il Sud parassita e per un "Nord libero" in chiave federalista ha cambiato pelle diventando sovranista, nazionalista e con lo slogan «prima gli italiani» per pescare al Centro e al Sud. Eppure, malgrado questa completa metamorfosi, che stuzzica i politologi per una vera e propria "inversione a U", condita anche da un forte antieuropeismo, si trova a governare tutto il Nord, ma non più con quelle fondamenta "rivoluzionarie" che gli erano proprie. Una circostanza paradossale, che dimostra come si possa cambiare la pelle senza colpo ferire sull'opinione pubblica, che sembra aver dimenticato certi scandali finanziari e certe vicende della famiglia Bossi, per non dire della partecipazione reiterata in almeno quattro Governi Berlusconi in un arco temporale - con interruzioni - che va dal 1994 al 2011. Eppure, malgrado questo, Matteo Salvini è riuscito nell'impresa di apparire anti-sistema e nuovo di pacca: si tratta di materia interessante da approfondire e bisogna prendere atto degli eventi ed imparare la lezione di un elettorato sempre più volubile e sostanzialmente privo di memoria. Nel Contratto di Governo vigente a Roma - tra alti, bassi, turbolenze e liti - fra Lega e "Cinque Stelle", a perderci sono i pentastellati: sono andati male sia a Trento che a Bolzano, dove un dissidente ex grillino ha fatto un risultato eccezionale grazie soprattutto all'elettorato germanofono. Chissà se questo porterà a qualche cambiamento negli equilibri dell'alleanza o se il Governo Conte camperà almeno sino alle elezioni europee, indicate da molti come il punto di arrivo di questa esperienza. Poi Salvini potrebbe mangiarsi tutto il centrodestra e spingere per elezioni anticipate per fare il pieno di consensi. Difficile dire se sarà questo il copione dei mesi a venire, sapendo proprio come gli elettori girano pagina in fretta e cambiano direzione con dinamiche inafferrabili anche dai sondaggisti più accorti. Sarebbe interessante che gli Autonomisti valdostani e quelli sudtirolesi e trentini si guardassero negli occhi e non, come avveniva in passato, per complimentarsi gli uni con gli altri dei grandi successi, ma per capire cos'è successo e quali strategie mettere in campo, facendo sistema, come bisogna fare in momenti difficili.