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17 mag 2018

Il sovranista non è federalista

di Luciano Caveri

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all'apertura della conferenza "The State of the Union 2018, solidarietà in Europa", ha pronunciato un discorso che è sembrato a tutti come un indice puntato su Lega e "Cinque Stelle", che stanno formando - che Dio ci perdoni - un Governo "sovranista", termine alla moda che serve a camuffare il nazionalismo più vecchio e polveroso e con odore sulfureo. Lo ricordo per chi dice di militare in area federalista e gioca in squadra con la Lega, perché - con buona pace di chi vuole tenere il piede in due scarpe - chi è "sovranista" NON può essere "federalista" e viceversa, perché le parole hanno una loro storia ed è bene non giocarci.

A Firenze, ha detto il Capo dello Stato, per fortuna baluardo contro certe rozzezze di una politica in punta di... ruspa: «Numerosi concittadini europei hanno smesso di pensare che l'Europa possa risolvere - nell'immediato o in prospettiva - i loro problemi. Vedono sempre meno nelle istituzioni di Bruxelles un interlocutore vantaggioso, rifugiandosi in un orizzonte puramente domestico, nutrito di una illusione: pensare che i fenomeni globali che più colpiscono possano essere affrontati al livello nazionale. Una situazione paradossale, se pensiamo che oltre tre successive generazioni non hanno conosciuto, grazie all'integrazione, il dramma della guerra, che ha lambito e lambisce i confini dell'Unione. Basti pensare ai Balcani pochi anni addietro, alla crisi ucraina, ai conflitti nella regione del Nord Africa e del Medio Oriente. Tutti sanno che nessuna delle grandi sfide, alle quali il nostro continente è oggi esposto, può essere affrontata da un qualunque Paese membro dell'Unione, preso singolarmente, quale che sia la sua dimensione». Prosegue più avanti Mattarella: «Le Istituzioni europee e gli Stati membri dovrebbero dedicare ben maggiore impegno a un'opera di capillare e duratura istruzione sulle "ragioni profonde" dell'Europa. Un'opera che nasca dalla scuola, dalla formazione già nelle prime classi, per proseguire lungo tutto il curriculum scolastico sino all'Università, ove l'Erasmus - e gli altri programmi di mobilità giovanile - già svolgono un ruolo di grande importanza. La possibilità di rafforzarne le potenzialità, affiancando ad essi lo sviluppo di vere e proprie Università europee andrebbe rapidamente approfondita. E' da qui che occorre partire per avviare una riscoperta dell'Europa come di "un grande disegno" sottraendoci all'egemonia di particolarismi senza futuro e di una narrativa sovranista pronta a proporre soluzioni tanto seducenti quanto inattuabili, certa comunque di poterne addossare l'impraticabilità all'Unione. La riscoperta del "disegno grande", tuttavia, non può costituire esclusivamente una "risposta" di corto respiro alla miopia di queste visioni. Essa deve, in primo luogo, consentirci, di riattivare la linfa vitale della costruzione europea, il suo senso profondo, la solidarietà fra popoli, Paesi e Istituzioni, permettendoci di ridare slancio al processo di integrazione per produrre nuovi e duraturi vantaggi collettivi». "Sovranista" è una parola importata nel lessico politico europeo e "sovranista" nasce in Canada per ragioni buone: "Partisan du souverainisme en tant qu'option politique selon laquelle le Québec devrait quitter la fédération canadienne". Ma poi, estendendosi paradossalmente dai neofascisti ai neonazisti dalla sinistra estrema ai centri sociali, cambia pelle e uso sempre una definizione data in Francia, primo Paese ad usare la parola nel Vecchio Continente: "Partisan du souverainisme en tant qu'option politique basée sur la défense de la souveraineté de chaque pays, par opposition aux doctrines prônant une plus grande intégration européenne". In realtà siamo davvero di fronte ad una sorta di mosaico, fatto di luoghi comuni e banalità assurte a verità rocciose, che si insinuano in storie tipo: l'Euro sempre brutto e cattivo o la nazionalizzazione dell'Economia come panacea, il Debito pubblico gonfiato ad arte o la "Nato" da abbandonare perché la Russia è buona... Anzi, ad essere precisi, il nemico non è solo, per certi figuri, l'europeismo ma pure il mondialismo con il solito delirio che va da poteri occulti al complotto sionista, dalle multinazionali "grande fratello" alle scie chimiche come simbolo di manovre tese a sterminare l'umanità. Si perde il senso della realtà e la Politica diventa "Occultismo", se non peggio, specie quando si usano le paure più ataviche e irrazionali per accendere quegli elementi che da sempre nella Storia hanno fatto da lievito alle svolte autoritarie. Io sono pertanto con il Presidente della Repubblica e leggetevi - lo trovate pubblicato sul sito del Quirinale - il suo intervento europeista: si tratta di una breve lezione di che cosa sia la Democrazia, utile per tutti come ripasso e magari scintilla per chi naviga nelle acque settarie del sovranismo in buona o cattiva fede. Lo dico allacciandomi le cinture di sicurezza, perché questo clima non mi piace affatto.