Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
03 ott 2017

La svolta dei voli low cost

di Luciano Caveri

Sono stato un viaggiatore aereo che ha macinato ogni anno migliaia di chilometri su un orizzonte di almeno venticinque anni, volando - in particolare per il mio lavoro politico - con vettori di vario tipo e su diverse tratte in aeroporti di tutte le taglie. Facilitato dal fatto che non ho mai avuto paura, anche se ho avuto qualche occasione da dimenticare per aerei brutti da vedere, atterraggi acrobatici o vuoti d'aria da brivido. Volo ancora spesso per turismo e sfotto amabilmente chi - ed un amico psicologo specializzato in fobie mi ha detto che i casi sono in aumento - non vola per paura, tagliandosi fuori da larga parte del mondo non raggiungibile altrimenti. Consiglio sedute terapeutiche...

Ho poi avuto la fortuna di occuparmi per un certo periodo, scoprendone alcuni segreti, della materia assai complessa del volo aereo nelle mie vesti di presidente della Commissione del Parlamento europeo che si occupava di queste vicende trasportistiche. In particolare mi interessai alle direttive sul "cielo unico" con lo scopo di rimuovere i confini aerei nazionali a vantaggio di una gestione comunitaria che rendesse il sistema più efficiente, così come in effetti avvenuto ed è uno dei lati buoni della politica comunitaria occuparsi di temi come questo. Ma in quello stesso periodo vennero al pettine le crisi di alcune compagnie aeree di vecchia data (come "Sabena" e "Swissair", per non dire di "Alitalia" che in rosso ci è rimasta) non a caso in contemporanea all'affermarsi, proseguito poi fino ad oggi, delle compagnie aeree low cost in ascesa. La più importante era già allora "Ryanair", finita oggi nel tritacarne di una crisi - di cui stento ad individuare ancora le esatte ragioni - che ha portato ad una improvvisa riduzione dei voli, associata ad un "fuggi fuggi" dei piloti dovuta a condizioni di lavoro ed a trattamenti economici problematici. C'è persino un sito che si occupa di questi voli e che così racconta in sintesi la storia: "La formula dei voli a basso costo venne brevettata negli Stati Uniti negli anni settanta e venne introdotta in Europa per la prima volta nel 1991 dalla compagnia irlandese "Ryanair". Il fenomeno "low cost" però esploderà in Europa solo nel 1997 come conseguenza della liberalizzazione del settore voluta dalla Commissione Europea. Oggi sono sempre più numerose le compagnie aeree che offrono voli a costi molto vantaggiosi tanto da scatenare una concorrenza vera e propria che ha spinto anche le maggiori compagnie a creare un ramo "low cost". Con la filosofia dei voli "low cost" si vuole trasformare il viaggio aereo in un'opportunità alla portata di tutti, grazie ad una drastica riduzione dei prezzi ottenuta semplificando il servizio. I voli "no frills" (senza fronzoli) consentono un importante taglio dei costi senza compromettere le voci relative la sicurezza dei passeggeri, ma seguendo una serie di accorgimenti: uso di aeroporti secondari con tariffe aeroportuali più basse, risparmio sulle spese di "handling" (assistenza, accettazione ed imbarco dei passeggeri, carico scarico bagagli, pulizia a bordo...) grazie alla liberalizzazione del settore che ha consentito la nascita di compagnie esterne con tariffe concorrenziali, ticketless travel, con i biglietti delle compagnie "low cost" che si comperano esclusivamente su Internet senza il canale tradizionale delle agenzie di viaggio che comporta costi di emissione, massimo sfruttamento dei veicoli e nessun servizio ai passeggeri: su questi voli non vengono distribuiti pasti compresi nel prezzo del biglietto, ma se lo si desidera si può avere cibo e bevande a pagamento". Sappiamo bene che quest'ultimo punto è condito da molte opzioni possibili: cercano di venderti di tutto, comprese delle lotterie, sono severissimi con i bagagli a bordo e con il peso di quelli in stiva, ma basta pagare per avere eccezioni, posti strategici a bordo ed ingressi prioritari all'imbarco si ottengono con tariffe già connesse alle prenotazioni, diventa molto difficile essere riprotetti nel caso di mancanza di partenza del volo o di "overbooking" (più passeggeri prenotati che posti). Eppure i "low cost" - che hanno animato molti aeroporti minori, godendo anche di aiuti pubblici piuttosto celati - hanno avuto il pregio di aumentare la concorrenza, svelare gli eccessivi costi e le lungaggini delle compagnie tradizionali, aprire il volo aereo a persone che mai avrebbero volato per le tariffe alte e per una considerazione élitaria del volo aereo. Tuttavia, proprio la questione "Ryanair" dimostra che - come già con le diverse ristrutturazioni delle vecchie compagni di bandiera - non tutto è oro quel che luccica, proprio mentre, per la prima volta, formule a basso costo investono anche voli nelle tratte oltreoceano, sinora riservate a formule del tutto tradizionali. Ma lìaspetto innovativo e persino rivoluzionario del "low cost" aereo resta intatto, anche se ci saranno assestamenti ed anche il sistema di check-in andato in tilt ieri, bloccando imbarchi e voli, suona come un ammonimento per lavorare sempre meglio a favore di procedure protette ed efficienti.