Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
03 ott 2017

Sui bagni fra il serio e il faceto

di Luciano Caveri

Uno può riderci sopra e l'argomento appare sin da subito come un esercizio futile, per nulla escatologico, anche se si dimostra indispensabile nella vita di chiunque. La constatazione è che uno dei segni di civiltà nel mondo sono i bagni (intesi come "cesso, gabinetto, latrina, ritirata, toilette..."), specie se pubblici od a disposizione del pubblico, cioè vale per la loro qualità e pure per la loro quantità, soprattutto se si è colti da necessità impellenti. Chiunque abbia viaggiato è obbligato, obtorto collo per ovvie ragioni fisiologiche, a questo tipo di test e la "pausa pipì" nei giudizi complessivi assume un suo valore, che sia un Paese tropicale o una città d'arte dalle nostre parti, che si tratti della stazione di una funivia o dei locali di un museo. Non mi metto a stilare classifiche e non mi perdo in eccessive descrizioni, che talvolta sfiorano l'horror, ma credo che ci siamo capiti e immagino che ognuno abbia in mente esempi virtuosi o brutture da dimenticare.

Trovo però agghiacciante in certi bar di lusso di Torino (Roma, Venezia, Milano) ti diano la chiave per finire in un cessetto in un cortile. Ritengo civilissimo che ci siano luoghi - penso agli Champs Elysées a Parigi, ma capita in molte Capitali - dove con qualche moneta ti trovi a disposizione un locale decente e pulito. Negli aeroporti ci sono luoghi di grande confort ed altri - penso ad alcuni scali arabi - dove devi astrarti mentre espleti. Ho ammirato la razionalità tedesca all'"Oktoberfest": muri con canaline contro un muro e sono entrato in alcuni gabinetti chimici da palchetto in cui temevi che dal water spuntasse un coccodrillo di quelli che si favoleggia vivano nelle fogne. Mi hanno molto divertito due notizie, una estiva che non avevo mai commentato ed una di queste ore. La prima ha come scenario la Liguria e due ventenni che hanno fatto in piena notte - erano le due - la pipì in mare da un molo e sono stati portati in caserma dai Carabinieri e multati con 3.300 euro a testa! Commento dei ragazzi: «Quando abbiamo letto la cifra non ci volevamo credere, ma ancora più incredibile ci è sembrata la motivazione degli "atti contrari al pubblico decoro". Ci sono migliaia di cose alle Cinque Terre contrarie alla pubblica decenza, dai depuratori e dagli impianti fognari che non funzionano o funzionano male, dai bivacchi dei turisti maleducati che sporcano e imbrattano le piazzette e le vie, ai furti. La lista è lunghissima ma a farne le spese siamo noi». Si vede che ci voleva un'operazione esemplare, ma non c'è stata una grande solidarietà, se non che sulla stampa internazionale hanno preso per i fondelli l'Italia. Personalmente potrei autodenunciarmi per avere fatto spesso la pipì en plein air, certo in luoghi nascosti ed in una logica biodegradabile, dove non lasci cattivi odori. La seconda notizia è di questi giorni e viene dai Paesi Bassi, dove la 23enne Geerte Piening è stata multata per aver fatto la pipì in strada di notte. Ma lei si difende: colpa della carenza di toilette riservate a sole donne, che risultano essere appena tre in città. Secondo il giudice, la ragazza avrebbe dovuto invece utilizzare gli orinatori maschili. Ma le donne di Amsterdam non ci sono state e hanno manifestato nei bagni pubblici, dimostrando così che i 35 orinatoi per uomini non sono utilizzabili dalle donne e per altro il numero è comunque esiguo per 850mila abitanti più il grande flusso di turisti. Così è stato chiesto alle donne di postare le loro foto nei bagni pubblici su "Facebook" ed "Instagram", accompagnate dall'hashtag ben comprensibile di #wildplassen. Ne sono usciti ritratti assai divertenti per un tema che, alla fine, va preso sul serio. Sarà vero che «L'uomo è una bestia», come diceva ad "Alto Gradimento" un celebre personaggio di Giorgio Bracardi: il farmacista che curava tutto con la terribile e fin troppo efficace prugna messicana, ma è anche vero che è l'unico essere vivente che si è ingegnato con complicate soluzioni tecnologiche per risolvere certi... problemini.