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24 set 2017

Problemi trasportistici fermi al palo

di Luciano Caveri

Nei giorni scorsi ho attraversato la Francia in auto: un migliaio di chilometri per andare e altrettanti per tornare. Utile punto di osservazione per riflettere su alcuni aspetti, che mostrano come - in questa nostra società avanzata e tecnologicamente sempre più mirabolante - ci fermiamo alla fine su aspetti che sanno di antico e soprattutto di irrisolto. Mi riferisco a tre questioni trasportistiche che mi hanno colpito, essendomene tra l'altro occupato quando ho avuto delle responsabilità in materia e, con il senno di poi, mi colpisce come certi temi - che finiscono per avere davvero una dimensione continentale - o non si sa bene quale indirizzo abbiano preso oppure l'impressione più genuina è che ci si trovi al momento fermi al palo.

La prima riguarda il trasporto merci: tema interessante e cruciale in un'Europa, che ha nel libero mercato uno dei suoi capisaldi e che, negli anni, ha puntato moltissimo sull'idea di trasferire su ferrovia le merci oggi viaggianti prevalentemente per strada sia sui Tir, fenomeno ben noto, che sui furgoni, una delle nuove dimensioni crescenti (pensiamo al boom del commercio on line). Qualunque strada si pigli oggi si incrociano dei camion di diversa dimensione e per quanto la logistica cambi come tutti i settori la logica resta - per alcune arterie ma anche per la strada sotto casa - il rischio crescente di intasamento. Percorrendo qualunque autostrada - il caso del Nord Italia fa impressione - si incontrano lunghissime file di Tir, che suonano come una sconfitta rispetto a tutti i discorsi retorici e ai molti studi fatti in materia. Le stesse nuove ferrovie - penso ai tunnel del Brennero od alla Torino-Lione, ma anche al complesso sistema svizzero già in larga parte funzionante con il nuovo San Gottardo - sembrano nascere nel segno di un equivoco, che a me pare crescente nelle convinzioni - spero non errate - che mi sono fatto. Mischiare trasporto passeggeri e trasporto merci, ma anche non risolvere davvero la questione dei sistemi di tassazione e di divieti che rendano più conveniente il treno rispetto al camion, sono davvero il "tallone d'Achille". La seconda questione che suona come un problema comunitario è il futuro delle autostrade, arterie che oggi come una rete vera e propria percorrono l'Europa, assicurando quella mobilità che è uno dei fondamenti dell'identità europea. La crescita enorme delle tariffe preoccupa, specie in presenza di un fenomeno di concentrazione delle proprietà private delle società concessionarie che sembra non avere soluzioni in un intreccio che riguarda anche i problemi manutentivi. Oggi ed in modo crescente le autostrade in esercizio sono cantieri perenni e sembra non esserci una vera e propria autorità che vigili per capirne la ratio e valutarne i costi, che per altro alla fine si riverberano sulle logiche dei costi per l'utenza. In fondo la brillante operazione sui roaming telefonici, che ha spezzato le ali a molte speculazioni delle compagnie telefoniche, è una modellistica da seguire a fronte di una situazione ormai intollerabile e lo sanno bene i valdostani ed i frequentatori della Valle d'Aosta, caso di scuola di una situazione ormai fuori da a ogni logica con cantieri in corso persino dell'estate e costi chilometrici da boutique di lusso e non da autostrade realizzate in larga parte con soldi pubblici. Infine - non vorrei farmi troppi nemici - esiste la necessità di meglio regolare la libertà di circolazione, del tutto legittima, dei camper, vista l'assurdità crescente di ritrovarseli posteggiati come se nulla fosse in zone strategiche dal punto di vista paesistico. Ci sono poi grossi problemi di viabilità in ore di punta, come vediamo bene in certi momenti nelle strade lungo le vallate laterali della Valle d'Aosta. I camperisti sono una lobby potente e molto preparata e anche reattiva (con questa parte del mio scritto mi attirerò già qualche strale), ma penso che si debba con onestà ammettere che qualche problema esista e vada risolto in una logica europea per evitare legislazioni a macchia di leopardo o decisioni comunali multiformi. Penso a camper stravecchi e alla possibilità di guida con la semplice "patente B", anche da parte di persone molto anziane, che è davvero difficile equiparare a semplici auto. Vanno bene le aree di sosta o l'obbligo di soggiornare in campeggi in zone di pregio, ma certe concentrazioni mostruose in momenti di punta in luoghi delicati dal punto di vista dei beni culturali e naturalistici devono fare riflettere, così come appunto le fasce orarie in cui consentire gli spostamenti per evitare code infinite.