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20 ago 2017

Messner, l'orso e il lupo

di Luciano Caveri

Prima che la famosa orsa del Trentino venisse uccisa dalla Forestale provinciale della Provincia di Trento, Enrico Martinet per "La Stampa" aveva raccolto il pensiero del montanaro-alpinista Reinhold Messner, che si è poi complimentato con la scelta di abbattere un animale pericoloso, così dicendo a "L'Adige": "«Faccio i miei complimenti al presidente Rossi». Reinhold Messner, alpinista e uomo di montagna, non ha dubbi: bene ha fatto il governatore della Provincia, Ugo Rossi, a firmare l'ordinanza che ha portato all'abbattimento dell'orsa KJ2. Tanto che, di fronte al polverone sollevato dagli animalisti e alle polemiche che hanno investito la Provincia per la decisione di uccidere l'orsa, Messner taglia corto: «Questa storia degli orsi inizia ad essere noiosa - dice lo scalatore - Finalmente hanno preso una decisione chiara e mi congratulo con il presidente. Quello che mi fa pena - aggiunge - è il fatto che i fondamentalisti non siano disposti ad accettare che bisogna trovare una soluzione. Un orso pericoloso è un orso pericoloso e siccome l'habitat è piccolo, non c'è posto per tutti questi orsi, quelli pericolosi bisogna abbatterli»".

Ma torniamo al più ragionato articolo-dichiarazione di Messner su orsi e lupo a Martinet: «Sono appena tornato dal Caucaso dove vivono parecchi orsi ma in territori in cui l'incontro con l'uomo è molto raro. In Trentino e in Alto Adige l'uomo vive in zone dove un tempo c'erano orsi e lupi. Chiediamoci il perché cent'anni fa i nostri avi hanno cacciato l'orso. Forse che la pecora non deve essere amata quanto un lupo? Un branco di lupi può ucciderne a decine in una sola notte. In Alto Adige, così come in altri territori alpini, ci battiamo da anni per il ritorno dell'agricoltura, perché esista un presidio produttivo sul territorio. Non si può vivere nel paradosso di combattere lo spopolamento della montagna e nello stesso tempo sostenere un ritorno non regolato di orsi e lupi.
Il fondamentalismo ragiona come quel bimbo che tiene accanto a sé per dormire l'orsacchiotto di peluche. Ma gli orsi in natura non sono di peluche e hanno bisogno del loro spazio. E non possiamo concedergli il nostro, mettendo in secondo piano attività come agricoltura e turismo. Convivenza da calibrare perché non ci sia motivo di pericolo per l'uomo e il giusto habitat per gli animali». Bravo Rheinhold, chiaro e coraggioso, di fronte agli ideologismi animalisti viene prima il montanaro e basta con la retorica che porta a non tenere conto dei pericoli e delle esagerazioni per animali predatori che hanno, per regolarne la presenza, come unico predatore l'uomo. Anche se può non piacere è questa la realtà!