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27 giu 2017

Uno sguardo alle tracce della Maturità

di Luciano Caveri

E se ieri mi fossi trovato - giovane maturando - a svolgere la prova di italiano dell'esame di Maturità? A parte la strizza d'ordinanza che è da sempre superiore al rischio effettivo di essere "segati", la risposta non è semplice e necessita di una premessa. Non so, infatti, che cosa avrei scelto se potessi tornare a quarant'anni fa, quando il "tema" (perché di questo si trattava, senza troppe sottigliezze) lo avrei svolto con il mio patrimonio di esperienze e di conoscenze di allora. Per cui bisogna essere sinceri, perché oggi scelgo sulla base di quello che sono, che non è - ça va sans dire - la medesima cosa. Ora, a parte il fatto che alla vigilia il Ministero ha scritto "traccie" al posto di "tracce" ed è segno dei tempi, che segnala una vecchia tradizioni di svarioni della... Pubblica Istruzione, le proposte per il 2017 non erano male.

La poesia di Giorgio Caproni, autore di assoluta nicchia ma di gran classe e che ho conosciuto solo negli ultimi anni, era la traccia "analisi del testo": "Non uccidete il mare, la libellula, il vento. Non soffocate il lamento (il canto!) del lamantino. Il galagone, il pino: anche di questo è fatto l'uomo. E chi per profitto vile fulmina un pesce, un fiume, non fatelo cavaliere del lavoro. L'amore finisce dove finisce l'erba e l'acqua muore. Dove sparendo la foresta e l'aria verde, chi resta sospira nel sempre più vasto paese guasto: Come potrebbe tornare a essere bella, scomparso l'uomo, la terra".

Argomento stimolante, ma non facilissimo da affrontare, senza cadere nella banalità ecologista. Entusiasmante la traccia "La Natura tra Minaccia e Idillio nell'Arte e nella Letteratura" con un quadro ("Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi" del 1812) di un pittore inglese che frequentò e ritrasse panorami della Valle d'Aosta, rendendola nota, William Turner, e con un'altra opera pittorica di Giuseppe Pellizza da Volpedo (pittore della montagna nell'apposita mostra in corso ad Aosta) assieme a brani e componimenti di Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli e Eugenio Montale ("I limoni", a me carissimo). Foscolo, nelle "Ultime lettere a Jacopo Ortis" descrive la zona del Col di Tenda: «Ho vagato per queste montagne. Non v'è albero, non tugurio, non erba. Tutto è bronchi; aspri e lividi macigni; e qua e là molte croci che segnano il sito de' viandanti assassinati. - Là giù è il Roja, un torrente che quando si disfanno i ghiacci precipita dalle viscere delle Alpi, e per gran tratto ha spaccato in due questa immensa montagna. V'è un ponte presso alla marina che ricongiunge il sentiero. Mi sono fermato su quel ponte, e ho spinto gli occhi sin dove può giungere la vista; e percorrendo due argini di altissime rupi e di burroni cavernosi, appena si vedono imposte su le cervici dell'Alpi altre Alpi di neve che s'immergono nel Cielo e tutto biancheggia e si confonde - da quelle spalancate Alpi cala e passeggia ondeggiando la tramontana, e per quelle fauci invade il Mediterraneo. La Natura siede qui solitaria e minacciosa, e caccia da questo suo regno tutti i viventi». Una zona aspra che può ricordare qualche paesaggio valdostano... Niente male neanche la traccia su "tecnologia e lavoro" con un estratto di un articolo di Enrico Marro pubblicato sul "Sole - 24 Ore" alla fine dello scorso anno col titolo "Allarme ONU: i robot sostituiranno il 66 per cento del lavoro umano". Mentre un secondo testo è "Industria 4.0, contrordine: i robot creano lavoro" di Federica Meta, infine il terzo spunto era "Il lavoro nel futuro: i robot saranno una minaccia o un'opportunità?", pubblicato su "Panorama" nel 2014. Personalmente penso che saranno cavoli amari, roba da inquietante fantascienza... Fattibile anche, con la possibilità di occuparsi del terremoto sull'Appennino, la redazione del saggio breve in ambito storico-politico sul tema "Disastri e ricostruzione" con un articolo di Giorgio Boatti pubblicato su "Repubblica" nell'ottobre del 2016, uno di Alvar Gonzalez-Palacios del "Sole - 24 Ore" sempre dello scorso anno e un estratto da "Il Principe" di Niccolò Machiavelli (tocco di saccenza dell'estensore del titolo!). Materiale vario con cui giostrarsi, ma senza dati dietro non era facile! Fattibilissimo e nelle mie corde "Il miracolo economico italiano" degli anni '50 e '60 per il tema storico con citazioni da Piero Bevilacqua da "Lezioni sull'Italia repubblicana" e da Paul Ginsborg da "Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi". Certo per i ragazzi dipende molto da sin dove ci si è spinti nel programma scolastico e quanto - ciò vale per tutto - quanto si è letto sul tema, anche per proprio conto. Altrimenti c'è stato il rischio banalizzazione. Da evitare, invece, il tema di maturità di attualità sul progresso, la traccia chiedeva di argomentare partendo da una citazione di un articolo del genetista Edoardo Boncinelli pubblicato nel 2016 sul "Corriere della Sera": «Per migliorarci serve una mutazione», dove si legge: «Esiste la possibilità di modificare in laboratorio parte del nostro genoma, indirizzando così da fuori, per così dire, la nostra evoluzione biologica. Saremmo così la prima specie che modifica il corso della propria evoluzione biologica, utilizzando le conoscenze scientifiche accumulate grazie alla propria evoluzione culturale». Mah! Argomento da prendere con le pinze, ma forse praticato da chi voleva stare sul generico (ma con il rischio del... genetico). In bocca al lupo, comunque sia, ai ragazzi impegnati nell'esame di Stato!