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23 mar 2017

Il "mio" fiume indiano

di Luciano Caveri

In mezzo a tante storie da raccontare, capita di trovarne anche qualcuna bizzarra, che in questo caso mi riguarda personalmente. Ricordo quando avevo una morosa di Champoluc, che aveva a sua volta una zia maestra, che un giorno, facendomi vedere il "piccolo Larousse", mi disse trionfante che c'era un fiume in India che si chiamava "Caveri" come me. Avevo trovato il descrittivo di questo "Kaveri" (si può scrivere anche così), che era più o meno il seguente: "Fleuve de l'Inde; 764 km. Né dans les Ghats occidentaux, il gagne le golfe du Bengale après avoir franchi les Ghats orientaux". Negli anni poi mi sono divertito con la fantasia, non approfondendo affatto, la curiosa combinazione. Mi veniva da pensare - anche se ovviamente si trattava di un'elucubrazione infondata, direi salgariana - che magari ci fosse un qualche collegamento con quel cartografo di cui avevo scoperto l'esistenza ancora prima di Internet in maniera casuale.

Si tratta del cartografo genovese di origine monegliese Nicolò Caveri. Ero a Parigi quando, in una libreria, venni come attirato - se credessi nel paranormale potrei pensare a un avvenimento voluto - da un grande libro di carte antiche e così scoprii questa storia. Resa ancora più interessante dal fatto che il "planisfero" di Caveri, databile parrebbe nel 1504, è conservato proprio a Parigi presso gli "Archives du service hydrographique de la Marine" ed oggi presso la "Bibliothèque Nationale".
 Il culmine dell'interesse fu, anni dopo - il rendiconto dell'Accademia dei Lincei di un intervento del professor Paolo Revelli che racconta - in una seduta del 1947, presieduta da Luigi Einaudi, amico di mio zio Severino - della probabile amicizia tra il cartografo ed il suo concittadino Cristoforo Colombo (le famiglie possedevano dei terreni confinanti in una zona di campagna), visto che la carta tiene conto proprio delle scoperte colombiane e della necessità, per così dire, di esaltare il ruolo di scopritore di nuove terre del grande e pure discusso navigatore genovese. Esisteva forse qualche collegamento con l'India? Naturalmente no. E veniamo ai giorni nostri: avevo notato che su "Twitter" qualche volta mi spuntava un "follower" (in italiano un "seguace") direttamente dall'India e piano piano ho capito che questa cosa c'entrava proprio con il fiume. Il mio cognome suscitava curiosità per chi bene conosceva il fiume "Kaveri" o "Caveri", per cui decideva di "seguirmi". Durante una vacanza poi ho socializzato con un barman indiano e una sera, prenotando un tavolo per la cena, ha scoperto il mio cognome ed era entusiasta che fosse lo stesso di sua moglie con l'unica differenza della "K". Mi toccherà dunque andarci in questo posto per il puro divertissement della bislacca combinazione. Trovo sul corso d'acqua "omonimo" questa spiegazione in cui il fiume viene declinato - tipo Dora Baltea - al femminile: "Conosciuta come il "Gange del Sud" e celebrata nella letteratura in lingua tamil, anche la "Kaveri" ha origini divine: una delle tante leggende racconta che Kaveri, un'apsara (ninfa) cresciuta come figlia di Brahma, abbia chiesto e ottenuto di diventare un fiume per poter lavar via i peccati dal mondo. La "Kaveri" nasce nello stato del Karnakatha e sfocia in "Tamil Nadu". Il suo corso è attraversato da vari dislivelli, sfruttati da alcune dighe costruite già al tempo degli inglesi. In particolare, lungo il suo corso troviamo le spettacolari cascate di "Shivasamudram" ("l'oceano di Shiva"), le più alte dell'India". Motivo in più per essere interessato è che questo fiume ha finito per essere protagonista di una di quelle "guerre dell'acqua" presenti in tanti Continenti. Così viene raccontato in un sito di "Legambiente": "La disputa risale al periodo coloniale. Fiume conteso tra il Karnataka e il Tamil Nadu, con spargimenti di sangue e crisi di governo. Nel 1983 l'associazione degli agricoltori del Tamil Nadu ha presentato una petizione per ricevere una quota maggiore di acqua del fiume. Nel 1991 il presidente indiano ha portato il caso davanti alla Corte suprema. La Corte ha sentenziato che l'ordinanza del Karnataka, per bloccare la fornitura d'acqua con cadenza settimanale, non rientrava nella competenza legislativa dello Stato. Il verdetto della Corte ha scatenato i tumulti del 1991, che portarono allo spostamento di centomila persone". Insomma il "mio" fiume è lì fra problemi, storie avvincenti, mitologia: tocca partire! Pare che in kannada, lingua locale, «Dove si trova il fiume "Kaveri"?» suoni - e mi toccherà imparare almeno l'alfabeto e la pronuncia - così: «डुवे सी ट्रवा इल फ़्यूमे "कावेरी"?».