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03 nov 2016

CETA: il no della Wallonie e l'Europa

di Luciano Caveri

In un'epoca di globalizzazione esiste un villaggio, come quello di Asterix, che dice di «no» a pacchetti preconfezionati in tavoli tecnici e ciò diventa argomento di riflessione sul ruolo possibile della democrazia locale rispetto ad altri livelli politici in cui si tende, con logica davvero imperialista e gerarchica e pure con la politica spesso a rimorchio di interessi economici planetari, a guardare con disprezzo ai più piccoli con una forma di bullismo da democrazia. Ma la taglia non conta, come insegna il federalismo vero, se sei albatros o colibrì sempre un uccello sei. Lo ricordino quei valdostani che digeriscono crescenti attacchi, ingiurie e ingiustizie verso la loro Valle, come se chinare la testa obbedienti desse chissà quale forma di piacere.

Già tempo fa era fallito - per fortuna, visti certi aspetti inquietanti - l'accordo sul "Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti" (in acronimo "Ttip"), che sanciva le norme di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione Europea. Ora si è bloccato - ma forse si sbloccherà mentre leggete - un altro accordo, questa volta sul libero scambio fra UE e Canada: il parlamento della Wallonie, la parte francofona del Belgio, ha infatti, giorni fa, votato contro l'"Accordo economico e commerciale globale - Ceta". Facciamo un passo indietro e vediamo come nasce la questione, adoperando utili approfondimenti tratti da "Le Monde": "Le "Ceta" étant un traité négocié entre les vingt-huit Etats de l'Union et le Canada, il ne peut entrer en ­vigueur dans son intégralité qu'après l'adoption à l'unanimité des vingt-huit dirigeants européens et par le premier ministre canadien. Il doit ensuite obtenir le feu vert du Parlement européen et de tous les parlements nationaux des Vingt-huit. Les gouvernements de la Wallonie et de la Fédération Wallonie-Bruxelles ont eux décidé, pour la première fois, d'impliquer leur parlement dès le début du processus. D'où un examen beaucoup plus attentif que dans d'autres pays du contenu exact d'un texte de 1.600 pages, dont la version finale n'a été dévoilée qu'en février". Nel Belgio federale, con una Costituzione nata per tenere assieme fiamminghi e valloni, il ruolo del potere regionale non è uno scherzo: "Compte tenu de l'organisation du système fédéral, le gouvernement du libéral Charles Michel ne peut, en théorie, passer outre. Sauf à provoquer une grave crise interne ou à accepter une mise en œuvre seulement provisoire et partielle du texte, tout aussi problématique". Perché il "no"? Così si può sintetizzare: "Les opposants au "Ceta" sont motivés à au moins deux titres. Beaucoup refusent les accords de libre-échange par principe, considérant qu'ils détruisent plus d'emplois qu'ils n'en créent, qu'ils menacent trop les services publics et les normes environnementales, sanitaires ou sociales européennes. D'autres s'inquiètent du contenu même du "Ceta", les agriculteurs, notamment, redoutant que les multinationales américaines de l'agroalimentaire ayant un siège au Canada profitent de l'accord pour mieux pénétrer les marchés européens et les inonder, notamment, de viande aux hormones ou de poulets chlorés". Ora si negozia per vedere se l'accordo morirà qui, come quello con gli Stati Uniti o esistono ancora spazi di negoziazione in vista della possibile firma di giovedì prossimo, mancando solo il "sì" del Belgio. E' possibile che ciò avvenga, ma il precedente dimostra una cosa importante: in un vero sistema federale esistono pesi e contrappesi che non consentono alle Capitali di fare quel che vogliono. In Italia, per capirci, nessuno sa bene - me compreso - la posta in gioco dell'accordo con il Canada e nessuna Regione italiana, ma neppure l'organo collegiale noto come "Conferenza delle Regioni" sa di che cosa diavolo si tratti e quali danni potrebbe derivare alle economie locali. I parlamentari valloni, grazie ai loro poteri, che qualcuno considerata scomodi, come scomoda dev'essere la democrazia (Matteo Renzi in Italia, per esempio, non vuole più impicci e gli piace decidere da solo), hanno studiato davvero il dossier non fidandosi delle rassicurazioni dall'alto. Un gesto di libertà su cui bisognerà riflettere, perché un piccolo popolo - i valloni sono presi in giro nel mondo francofono con le stesse barzellette in Italia dedicate ai carabinieri - ha questa volta preso in mano il suo destino e spaventato quel gigante ottuso che è troppo spesso l'Europa, che impone logiche di liberismo estremo che finiscono per essere... antiliberali, nuocendo all'integrazione europea.