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19 lug 2016

Cartolina non prevista: il sangue a Nizza

di Luciano Caveri

Questa mattina ero in un "Club Med" a Punta Cana e la fine della vacanza ha coinciso con la Fête Nationale del 14 luglio. Le sei ore di fuso orario renderanno la grandissima festa di questa sera un momento terribile, che non vivrò perché sono davanti ad un televisore, in transito per uno scalo dell'aereo, e stanotte raggiungerò Parigi, immagino in un clima di dolore e di lutto che io stesso provo con grande partecipazione. Questa mattina ammiravo i primi festeggiamenti al Club, simbolo francese per eccellenza anche se ormai a capitale cinese. Tutti, di ogni nazionalità, avevamo in spiaggia una bandierina tricolore e notavo con gioia francesi di tutte le provenienze - intendo come Paese d'origine - che cantavano la "Marsigliese" con trasporto in un clima poco ufficiale e divertito. Una lezione di attaccamento per un vecchio Stato nazionale, che ha saputo accogliere persone da tutto il mondo, pur con le piaghe del colonialismo, oggi colpito al cuore da luridi assassini che meritano solo il nostro odio e le risposte opportune. Non esiste, in questo caso, perdono o la decisione di porgere l'altra guancia.

I valori francesi della "Liberté, Égalité et Fraternité" devono risuonare nei nostri cuori, pensando a Nizza - placida città mediterranea, sbocco al mare della comune Casa Savoia - che oggi è una delle città faro, che conosco e amo, nel nome di quell'Euroregione "AlpMed" per cui ho speso molte energie. Pensare al sangue che cola sulle strade mi crea disgusto, ma crea - come immagino in tutti - un desiderio che proprio dall'Europa, oggi in crisi più che mai, nasca una reazione forte e anche rabbiosa contro chi attenta alle nostre vite, brandendo la religione come una scimitarra con cui tagliare le nostre teste di infedeli.