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15 lug 2016

Settima cartolina: il declino del topless

di Luciano Caveri

Quando sono in vacanza in Italia - circostanza che non è tale quest'anno - capita di comprare in edicola i giornali di "cronaca rosa", quelli di pettegolezzi, modernamente detti di gossip, che è un anglicismo ottocentesco traducibile in "chiacchiera". Questa tipo di stampa non è una peculiarità italiana: ci sono giornali (e ormai siti e format televisivi) dedicati a questo tipo di notizie in tutti i Paesi, ed ormai anche i quotidiani e settimanali più paludati seguono il genere più di quanto avvenisse in passato, alla ricerca spasmodica di spunti acchiappalettori. E farsi i fatti dagli altri, dal comportamento del vicino di casa sino all'universo mondo, è attività molto umana, che trova appunto espressione nelle cronache tinte di rosa, che strillano in copertina scandali e scandaletti ben più innocui di tante brutture che la quotidianità ci assegna.

Quel che è fortissimo e rassicurante perché non cambia mai, malgrado l'evoluzione dei costumi, è lo sforzo dei paparazzi di riprendere personalità femminili di vario genere in topless: più le foto sono nitide e più appare evidente che ci sia stata qualche combine da parte della supposta vittima, che spesso con la tetta ci vive e quindi la esibisce con la finzione dell'immagine rubata. Dato per assodato che nel corso della storia in molte culture l'esposizione del seno non era tabù e lo dimostra la storia dell'arte e ribadito che il capezzolo maschile e femminile sono ben simili a differenza del voyeurismo che può esserci per gli organi genitali oggettivamente diversi, questa storia delle foto è oltretutto in controtendenza con un fenomeno più generale, quello del topless sulle spiagge che sembrava essere segno di liberazione da vecchi preconcetti e passate pruderie. Ma ormai il topless declina perché non è più trasgressivo e anche per motivi di salute, temendo molte donne l'incidenza dei raggi solari su di un punto delicato del corpo. Lo si dica ai paparazzi ed ai direttori dei giornali che ancora fanno la copertina con la "zinna illustre" in mostra, che penso francamente non interessi più nessuno.