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15 apr 2016

La bataille de reines 2, la Vendetta

di Luciano Caveri

Che nessuno dica più che in Valle d'Aosta non esistono spirito imprenditoriale e capacità di innovazione: lo sappiano bene quella vil razza dannata dei giornalisti locali. Come un fulmine a ciel sereno, la notizia è piombata nella tarda serata di ieri nelle redazioni: in Valle d'Aosta ci sarà una seconda versione della "Bataille de reines", il tradizionale scontro fra le bovine, che è uno dei simboli della valdostanità. L'annuncio è stato dato con apposita conferenza stampa dalla Regione, che curerà in proprio il nuovo circuito in collaborazione con il Forte di Bard, ritenuto idoneo alla bisogna perché nel Neolitico - secondo appositi studi commissionati - nei prati viciniori all'attuale forte si svolgevano già scontri fra bovine.

La decisione è stata motivata da alcuni dubbi sull'attuale organizzazione della "Bataille" e da alcune innovazioni che, richieste dalle autorità regionali, non sarebbero state tenute in apposita considerazione dagli attuali organizzatori. E' stato anzitutto segnalato un problema di sicurezza: la mancanza di chiarezza negli attuali regolamenti pare aver creato dei disguidi, essendosi trovate a combattere delle "Regine delle Corna" (quelle tradizionalmente deputate per i combat) con delle "Regine del Latte", cioè le più grandi produttrici di latte nella mandria, in tenzoni che duravano ore perché la bovina lattifera si rifiutava di combattere e chiamava sul terreno di scontro i propri avvocati. Intollerabile anche per la Regione la mancanza di uniformità nei nomi delle combattenti. Nomi come "Furia", "Belva", "Sauvage" sono stati considerati "politicamente scorretti" per l'evidente messaggio di violenza e gravemente lesivi di marchi già esistenti sono risultati "Zara", "Chanel", "Pastis". La proposta, non accolta, è che alla nascita i nomi delle reines venissero direttamente scelti dalla Presidenza della Regione con apposito decreto. Fra le innovazioni proposte dalla Regione risultavano anche la necessità di dotare le regine di campanacci con "gps" e di apposito pannolone per rispettare criteri igienico-sanitari. Un vero affronto è risultato il "no" a prevedere che nelle foto di rito delle vincitrici dei combattimenti ci fosse sempre obbligatoriamente una sagoma cartonata del presidente Rollandin a grandezza d'uomo ed il posizionamento sui camion di una sua fotografia con la scritta "non correre, pensa a me". Una scelta di scontro è poi risultato il rifiuto di allargare i combat, che già prevedono oggi un torneo con savoiardi e vallesani, ad allevatori della lontana Cina, dove - con l'aiuto di "Cva" - è stato introdotto l'allevamento di mucche di razza valdostana, risultate particolarmente aggressive perché consumatrici della micidiale grappa di bambù. I nuovi tornei punteranno anche su scelte stilistiche precise: gli allevatori verranno vestiti da uno sponsor in pure stile "country western" e le tradizionali tavolate di prodotti tipici e di piatti cucinati a casa per allietare la giornata verranno invece curate da una nota società locale di prodotti alimentari con l'introduzione anche di prodotti di provenienza di altre regioni italiane (in primis la mozzarella) e pure di prodotti etnici di altri Paesi (tipo couscous) per evitare atteggiamenti etnocentrici da parte degli allevatori presenti. Un altro sponsor - celebre azienda di profumi e prodotti di bellezza - coprirà il rischio di cattivi odori durante i combat con fragranze di locali erbe officinali e di fiori di montagna e deodoranti per l'igiene intima verranno distribuiti anche agli spettatori come cadeau. E la finalissima? Qui siamo su un terreno difficile. L'arena della "Croix Noire" è di proprietà regionale dunque "La Bataille de reines 2, la Vendetta" (questa la dizione ufficiale) dovrebbe svolgersi proprio lì, mentre la bataille tradizionale rischia di essere relegata in una location meno prestigiosa. La Regione ha sagacemente proposto l'area attigua alla montagna di rifiuti di Brissogne, dove - ma purtroppo è vero che la puzza lì c'è ma non è di... pesce - esiste un piccolo e spettrale anfiteatro a cielo aperto. Si dice già che della vertenza potrebbe occuparsi il Tribunale del Commercio di Torino, che sarà stupefatto sin da subito che in Valle d'Aosta non ci sia nulla di più serio di cui occuparsi...