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09 feb 2016

Heidi non invecchia mai

di Luciano Caveri

Ci sono nella vita di ogni generazione dei ritorni, cioè fenomeni che hanno investito già chi ci ha preceduti che tornano nella tua e torneranno ancora in futuro. Uno dei fenomeni sempreverdi è rappresentato da Heidi e ne parlo perché in Italia uscirà tra un mesetto un nuovo film di Alain Gsponer, dedicato al celebre personaggio con il famoso attore elvetico Bruno Ganz nella parte del nonno (alla presentazione ha detto ironicamente di Heidi: «Più dolce del cioccolato svizzero e più famosa delle nostre banche»). Di film nel tempo ce ne sono stati una ventina, uno del 1937 con Shirley Temple nei panni di Heidi ed uno nel 1952 con regia di Luigi Comencini dal titolo "Son tornata per te" e ci fu pure negli Stati Uniti una miniserie televisiva.

Ovviamente la storia, anche in questa ultima versione a 135 anni dal libro originario, è quella solita, anche se gli autori sostengono che risulta meno sdolcinata di altre precedenti versioni. La ricordate? Heidi - che in questo film è una bambina che parla lo svizzero tedesco - vive felicemente in compagnia del nonno in una piccola casetta sulle montagne svizzere. Insieme al suo migliore amico Peter si diverte prendendosi cura delle caprette e godendosi la libertà della vita sui monti. Ma queste giornate spensierate si interrompono quando la zia Dete decide di portare Heidi a Francoforte. Lì dovrà fare compagnia a Klara, la figlia del ricco signor Seseman, e insieme a lei imparare a leggere e scrivere sotto la supervisione della severa signorina Rottnmeier. In città Heidi conoscerà quindi un'amica inseparabile e l'amore per la lettura, ma la nostalgia delle sue amate montagne e di suo nonno si faranno sentire presto... Il resto è noto e la memoria va in particolare al cartone animato giapponese dedicato ad Heidi, dal titolo "Heidi, la ragazza delle Alpi", basato sull'omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 1880 dall'autrice zurighese Johanna Spyri (confesso di non averlo mai letto, ma pare essere più "sociologico" - con una montagna afflitta da povertà e analfabetismo - dei sentimenti del film d'animazione), è un anime (in giapponese: film d'animazione) co-prodotto nel 1974 dallo studio di animazione giapponese "Zuiyo Eizo" (da cui più tardi nacque la "Nippon Animation") e dalla tedesca "Taurus Film" e diretto da Isao Takahata. In Italia, "Rai1" la trasmise a partire dal 1978 con continue repliche negli anni successivi dei 52 episodi che furono realizzati. Alzi la mano chi non ha in mente, come un vero e proprio tormentone, la celebre canzoncina - il disco vendette un milione e mezzo di copie - della sigla versione italiana con testo di Franco Migliacci e cantata dalla voce fresca della soubrette Elisabetta Viviani, all'epoca appena diventata mamma di una bimba avuta con quella lenza del mio amico Gianni Rivera. Segnalo che di recente è stata fatta una nuova edizione di "Heidi" a cartoni animati di 39 episodi, con un'Heidi non più paffutella, che ho guardato distrattamente con il mio bimbo più piccolo e grossomodo non mi sembra si modifichino di molto scenario e storie già note, com'è ovvio che fosse. La serie ha portato generazioni di turisti giapponesi in Svizzera, curiosi di vedere la vera terra di Heidi e anche in questa occasione il Cantone dei Grigioni ha compartecipato finanziariamente alla realizzazione della nuova pellicola per l'evidente attrattività che ricadrà sulle zone dove il film è stato girato (in particolare nel paese di Latsch nella Valle dell'Albula dove già girò Comencini e dove la lingua che si parla è il romancio), ma certo avrà un effetto su tutte le Alpi. Avevo letto, divertendomi, qualche mese fa su l'"Huffington Post", alcuni interrogativi sulla celebre serie televisiva, che suonavano con evidente ironia. Tipo: ma Heidi a scuola non ci va? Oppure: perché son tutti orfani? Come mai le capre saltano sempre? Che senso hanno i girotondi infiniti, senza nausee, di Heidi e Peter? E ancora: il mistero dell’altalena di Heidi sospesa in aria. A cinque anni Heidi deve occuparsi dei lavori di casa! Come fa Heidi a girare in camicia e spesso a piedi scalzi in tutte le stagioni? Senza rispose precise, come vivere?