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01 dic 2015

Terrorismo e ottimismo all'italiana

di Luciano Caveri

Ancora suspense questa notte con Bruxelles blindata e in allerta massima. Con la novità che la polizia ha zittito i media, che nel fornire notizie dettagliate sulle operazioni in corso dovrebbero evitare di scadere nel collaborazionismo con i terroristi. Polemiche sui "Social", ma si tratta solo di buonsenso. Intanto, mentre l'Europa trema, resto stupefatto a vedere certi dibattiti-balletti televisivi in cui alcuni esperti italiani di vario genere parlano dell'estremismo islamico e dell'impatto del loro terrorismo sull'Italia e vantano una serie di ragioni di esaltazione della bravura e della bontà italiane rispetto a chi - Stati Uniti, Francia, Belgio, Spagna - subisce di questi tempi orrori dei jihadisti.

Guardo e mi stupisco di certa sicumera - pure menagramo visto che i pericoli incombono su molti luoghi simbolici o strategici - che snocciola i meriti dell'Italia come delle medaglie. Tipo: abbiamo una miglior "intelligence", per cui da noi si è in grado di prevedere prima atti terroristici. Davvero? L'Italia dei Misteri irrisolti e delle stragi di Stato può vantarsi? La serie di azioni terroristiche dei palestinesi che insanguinò l'Italia è dimenticata? Oppure: noi non abbiamo il fardello del colonialismo. Chi lo dice sa il perché degli insuccessi e degli orrori della politica coloniale italiana? Ricorda con Gheddafi il pagamento di danni di guerra alla Libia a distanza di cento anni da certi disastri nazionalistici? Oppure, altra ciliegina sulla torta della retorica, la proclamata miglior integrazione dei cittadini non comunitari. Ma chi lo ha detto? L'Italia resta un Paese dove sul punto ci sono eccellenze, ma anche zone del Sud dove nei campi ci sono forme di nuova schiavitù gestite dalla malavita organizzata e alcune inchieste hanno dimostrato la presenza di moschee dove il proselitismo di estremisti funziona bene. Non dico questo per amor di polemica, ma perché non bisogna fare i furbi. Penso al caso dei due marò in India, cartina di tornasole del peso ininfluente dell'Italia sullo scenario internazionale. O al fatto che l'Italia è il solo Paese occidentale che paga il riscatto agli estremisti islamici per recuperare i propri ostaggi e non dice neppure quanto ha pagato, invocando il segreto di Stato. Oppure penso all'Italia - lo scriveva ieri Eugenio Scalfari su "La Repubblica" - ed al suo peso in Europa, dopo la scelta interventista di François Hollande in difesa della "République". Cito un passaggio: «Il governo italiano in tutto questo? Che cosa gli sarà proposto da Hollande? E Renzi a sua volta che cosa gli proporrà? Che cosa ha in mente il nostro presidente del Consiglio, leader del più importante partito italiano e capo della maggioranza parlamentare, che ormai governa e comanda da solo, come del resto avviene da tempo in tutti i Paesi d'Europa e di Occidente? La risposta a questa domanda è abbastanza facile perché è già stata anticipata dal nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, dal ministro della Difesa e dallo stesso Renzi: appoggeranno la Francia in tutto ciò che è possibile, ma non hanno alcuna intenzione di compiere interventi militari né con aerei né con truppe di terra. E' giusta questa posizione? Personalmente credo di sì, ma quello che non si vede è in che cosa può consistere la collaborazione con la Francia. Forse con risorse economiche? Non ci verranno chieste e comunque non ne abbiamo. Di fatto avremo una posizione neutrale. Con quali contraccolpi? Un Paese neutrale non avrà alcun peso sulla politica e sull'economia europea». E la piccola Valle d'Aosta come vive questa serie di emergenze così drammatica? A parte i trafori internazionali, siamo luogo tranquillo, ma con il rischio che qualche terrorista dormiente si piazzi in attesa di operare. Sul medio periodo la Valle resta un posto ideale, specie ora che si è di fronte ad un decremento di certe immigrazioni di origine araba per via della crisi occupazionale, per lavorare su processi reali di integrazione di chi c'è (e per isolare chi non ci sta). Una sorta di area test utile per evitare che si diffonda il virus dell'incomprensione e su questa strada avevo personalmente cominciato a lavorare, ma certe piste sono state chiuse con miopia.