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19 ago 2015

Saldi, svendite, ribassi...

di Luciano Caveri

Giocoforza la lettura dei fenomeni del mondo che ci attornia passa attraverso quel che abbiamo visto ed imparato crescendo, dal cerchio familiare al complesso della società in cui viviamo e dei suoi cambiamenti. Si parte dal piccolissimo e si sale di livello a seconda delle opportunità, ma certo non deve mai mancare quello straordinario motore che c'è nella curiosità. Mia mamma Brunilde (chissà perché mio nonno la chiamò così, come battezzò in modo altrettanto eccentrico le altre due figlie Agostina e Floriana!) ha senza dubbio ereditato la proverbiale parsimonia dei liguri dovuta ai suoi natali imperiesi, che nei suoi eccessi - che pure sono una rappresentazione caricaturale - può sfociare in avarizia. Fa parte di questo bagaglio culturale l'essere abbacinati dalle "offerte" e cioè le vendite a prezzi ribassati.

Ad essere precisi il rito risultava complesso. Il mondo era sostanzialmente diviso in due: le vendite normali e il periodo dei "saldi". Sulle vendite normali agiva sempre la logica mediterranea del mercanteggiamento, cioè l'idea - che per contrasto io aborro - di dover comunque chiedere lo sconto o verificare se acquisti maggiori della stessa merce potessero sortire qualche vantaggio. Si tratta evidentemente di un rito nato su un terreno consuetudinario, che vedevo agire anche nell'acquisto di frutta e verdura all'ingrosso, specie nel momento in cui ci si avvicinava la fine delle negoziazioni e quanto rimasto veniva in sostanza svenduto. Ma questa mentalità poteva trasferirsi in tutti gli altri tipi di commercio. Il "saldo" è in sostanza un modo organizzato e legalizzato per rendere queste transazioni formali con sconti che sono già nelle cose. Ricordo certe attese del via al periodo dei "saldi", che me li rendevano automaticamente antipatici, anche se oggettivamente convenienti. Anche oggi ne riconosco gli evidenti vantaggi e anche le ragioni nate per evitare un eccesso di magazzino dell'invenduto, ma devo dire che un pochino turba sulla linea sottile, il momento in cui scattano questi benedetti saldi, che vanno dal prezzo pieno a quello ribassato. Certo in questi anni questa questione delle "offerte", delle "svendite", dei "sottocosto", dei "vantaggi imperdibili" e dei "prezzi pazzi" ha davvero cominciato a stufare. Ascoltate le pubblicità radiofoniche o leggete certe inserzioni sui giornali: sono tutte zeppe di mirabolanti promesse di risparmio e di conseguenti "specchietti per le allodole" in barba al moltiplicarsi delle associazioni dei consumatori che dovrebbero essere il giusto contraltare. Oggi poi esiste quella vasta prateria che è la Rete, dove bisogna essere ancora più attenti, anche se non forzatamente diffidenti. Per chi sappia farlo esiste certamente la possibilità di trovare soluzioni vantaggiose e più economiche, ma bisogna essere attenti alle fregature. Guardate la posta indesiderata se avete una posta elettronica. Gli "spam" (estensione metaforica di "spam - carne di maiale in scatola" di bassa qualità, contaminazione di "sp(iced)" e "(h)am", prosciutto speziato) sono un esercizio fantastico. Aprendola ora, trovo viaggi lunghissimi ma risparmiosi, assicurazioni a due lire ma con premi principeschi, mutui pazzeschi con tassi ridicoli. Rinvengo formule convenientissime per cibi paradisiaci, per diete in cui mangi ogni ben di dio e dimagrisci, fantastiche offerte su qualunque cosa immaginabile che mi possa assicurare felicità, comprese pasticche per la virilità, donne bellissime che agognano di conoscermi, estrazioni che mi hanno visto fortunato vincitore. Il magico mondo degli spam è la versione digitale delle "offertissime", del "vantaggiosissimo", dell'"offerta imperdibile", del "cosa aspetti?". Già, che cosa aspetto? Come un giocoliere che riesce a far ruotare nelle sue mani decine di clave, bisognerebbe saper cogliere cosa si agita dietro al "buono sconto", alla "svendita", alla "liquidazione totale", alla "percentuale di ribasso" e via di questo passo lungo la strada che conduce ad una vita migliore di cui godere, come avverrebbe in un Paradiso da raggiungere a bordo di un "low cost" da quattro soldi, su di un tappeto volante a "prezzi stracciati", sulle onde di una "chiusura totale da fallimento".