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01 gen 2015

Vedere i Cartoni

di Luciano Caveri

Trovo interessante come alle vecchie tradizioni ne sopravvengano di nuove, che acquisiscono in fretta una loro storicità. Penso all'abitudine di andare al cinema nei giorni immediatamente successivi al Natale: le sale cinematografiche, spesso esangui nel resto dell'anno, riacquistano un quale certo vigore. Anche io non sono venuto meno all'abitudine, andando a vedere la spassosa pellicola "Il ricco, il povero e il maggiordomo" con i tre comici Aldo, Giovanni e Giacomo, che seppellisce con gli incassi gli inquietanti e pecorecci cinepanettoni romaneschi, buoni forse per "Mafia Capitale". Ma soprattutto non poteva mancare il nuovo film d'animazione di Natale 2014 della "Disney", "Big Hero 6", che conferma come questo genere cinematografico non abbia nulla da invidiare ai film in carne ed ossa. E' un misto strano fra tradizione "buono-cattivo" e "nuovo-vecchio" dei supereroi con pizzico giapponese con un robot che pare ispirato a "Bibendum", il pupazzone "Michelin". Si ride e ci si commuove come dalla notte dei tempi... Si tratta ormai di prodotti spettacolari e con storie avvincenti, che piacciono a grandi e piccini. Ognuno ha degli stessi episodi differenti gradi di lettura. La paternità spalmata nel tempo e la precedente circostanza di essere andato a braccetto coi cartoni animati dalle proiezioni domestiche degli "8 mm." fino ai film al cinema e poi alla televisione dagli esordi sino ad oggi, mi dà una conoscenza che mi stupisce persino. «Vedere i Cartoni» è stato un mantra per me coi miei genitori e lo è stato e lo è per miei figli. Ricordo come "cartone animato" deriva dalla traduzione un pochino "fai da te" dall'inglese "animated cartoon" che stava ad indicare originariamente le vignette umoristiche pubblicate a partire dalla metà dell'Ottocento dai precursori. "Cartoon" - esempio di come le parole vadano e vengano - deriva, invece, dal termine italiano "cartone", usato a partire dal 1500 per indicare il foglio di grandi dimensioni utilizzato per i disegni preparatori di affreschi ed arazzi o realizzati per fare le vetrate. A completamento, con l'invenzione del "cinematografo Lumière", "animated" iniziò ad essere riferito alla figura in movimento, acquisendo pertanto il significato attuale di "animato", dopo aver avuto congegni precursori dei cartoni animati come la seicentesca "lanterna magica", gli ottocenteschi "traumatropio", "fenatischiscopio", "zootropio", "cineografo" ed infine il "teatro ottico"! Ma cinema d’animazione deve molto a Georges Jean Méliès. Il regista ed illusionista può essere considerato come il primo inventore degli effetti speciali e anche di molte innovazioni narrative e tecniche. Ricordo "Le voyage dans la Lune", del 1902, che, come altre sue pellicole, è considerato l’antenato dei film di fantascienza, mentre "Le manoir du diable" del 1896 sembra aver dato vita al genere horror. Poi, nel 1908, il francese Emile Cohl diede vita al personaggio di Fantôche, piccolo clown protagonista di "Fantasmagorie" (cercatelo su "YouTube"). Negli anni Venti negli Stati Uniti spuntano Pat Sullivan con la serie "Felix il Gatto" ed i fratelli Max e Dave Fleischer con "Betty Boop", "Braccio di Ferro" e persino "Superman". Alcuni li ho guardati all'infinito fra filmini e "Tivù dei ragazzi". Poi la "MGM Metro-Goldwyn-Mayer", lancia "Tom & Jerry”, avventure del gatto contro il topo con William Hanna e Joseph Barbera, che poi ne inventeranno a loro volta di tutti i colori, tipo l'orso "Yoghi", "Braccobaldo" e "Gli Antenati". Penso poi a "United productions of America" ed a "Mr. Magoo", lo scontroso personaggio miope. Tutti scolpiti nella mia memoria. Come non pensare alla serie infinita dei personaggi di Walt Disney, da "Topolino" in poi con un crescendo che sembra non finire mai . Il mio primo film è stato "Biancaneve e i sette nani", ma sono cresciuto con i classici "Pinocchio", "Fantasia", "Dumbo" e "Bambi", "Alice nel Paese delle meraviglie", "Le avventure di Peter Pan" e "Cenerentola". Da ragazzino mi sono trovato le "giapponesi" avventure di "Goldrake", "Grande Mazinga", "Mazinga Z" o "Jeeg robot d'acciaio" e pure "Heidi" con le Alpi da cartolina. Poi, da allora fino ad oggi, mi sono guardato (e goduto) i film d'animazione "annuali" a vantaggio dei miei figli, senza perdere un colpo. E per loro saranno quello che sono stati per me, che ne ricordo bene sequenze e canzoni. Cartoni animati che attraversano il tempo e che diventano classici. Sempre che se lo meritino.