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25 dic 2014

Auguri di Natale...

di Luciano Caveri

Gli auguri di Natale un tempo arrivavano in due sole forme: quella scritta, con cartoncini più o meno fantasiosi e anche naturalmente di persona. Poi arrivò il telefono e le chiamate di piacere e di dovere, tipo la vecchia zia cui non si poteva far mancare l'affettuoso augurio. L'avvento delle nuove tecnologie sta lentamente e inesorabilmente trasformando pure gli auguri di rito. Gli sms e i messaggi su "whatsapp" sono il segno dei tempi, così come la posta elettronica. Già da qualche giorno, ma con intensità nelle prossime ore sino ad un lento esaurirsi con il "Buon Anno", ne fioccheranno i più vari.

La prima distinzione è fra chi li manda a tutta la sua agenda in un unico, implacabile invio più o meno ricco di colori, immagini e suoni e chi, invece, sceglie davvero di scriverti qualcosa di personalizzato, che ti dà quantomeno il senso di non far parte di una massa indeterminata. Va precisato che l'invio "urbi et orbi" è davvero meritevole di essere cancellato e di non ricevere risposta, trattandosi di una scelta davvero cafona. Le telefonate, infine, sono ormai rare e da parte di chi, ormai agé, ha ancora il senso del contatto umano e personale. Una telefonata rinfocola un'amicizia. Vi è poi un'ulteriore sottolineatura: c'è chi nella scrittura ricalca modelli sobri del solito galateo e chi, invece, o indulge a un romanticismo zuccheroso che stroncherebbe un diabetico o sceglie la strada, assai pericolosa, di scherzare con le Festività, in barba al solito "scherzi con i fanti, ma lascia stare i Santi". Filmati, musichette, animazioni attraversano tutti i toni, dal buono al cattivo gusto. Nel limite del possibile, se le distanze lo consentono, bisognerebbe tornare al sempre buon abbraccio affettuoso. Il calore umano dovrebbe essere uno dei punti di riferimento del Natale, anche se magari non sempre chi si abbraccia sarebbe davvero meritevole (e chi si abbraccia magari la pensa nello stesso modo...). Ma, si sa, che a Natale bisogna essere più buoni e dunque bisogna mettere dei fiori nei nostri cannoni. Io da parte mia regalo questa vecchia poesia di Salvatore Quasimodo:

Natale "Guardo il presepe scolpito, dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme. Anche i Re Magi nelle lunghe vesti salutano il potente Re del mondo. Pace nella finzione e nel silenzio delle figure di legno: ecco i vecchi del villaggio e la stella che risplende, e l'asinello di colore azzurro. Pace nel cuore di Cristo in eterno; ma non v'è pace nel cuore dell'uomo. Anche con Cristo e sono venti secoli il fratello si scaglia sul fratello. Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri?"