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04 dic 2014

Il cimitero dei distributori di benzina

di Luciano Caveri

Seguo con viva curiosità le liti e le beghe mondiali sul prezzo del petrolio, che poi ci tornano sul gobbone (specie quando aumenta), ma intanto volo qui molto più basso, proprio come l'attuale prezzo al barile (che essendo in diminuzione arriva lentamente alle pompe). Ogni volta che penso ai carburanti mi girano le scatole a pensare come la Valle d'Aosta sia vittima di una situazione grottesca: con la fine del sistema dei "buoni di benzina", che riguardavano anche il gasolio, i prezzi alla pompa sono schizzati in alto e oggi basta fare un giro nel vicino Canavese per vedere che c'è qualcosa che non torna, visto che lì i costi sono mediamente inferiori. La giustificazione addotta sarebbe i prezzi di trasporto verso la Valle, forse validi per i residui impianti in alcune vallate, ma nel fondovalle ogni spiegazione di questo genere appare davvero ridicola. Se si guarda, sul sito della Regione, l'andamento dei consumi dei carburanti in Valle d'Aosta nel decennio 2003-2013 salta all'occhio il continuo calo dei consumi della benzina e del gasolio, mentre - per ovvi motivi di risparmio - aumenta il consumo del "gpl" in modo particolare dal 2009 al 2013. Così si spiega in modo più dettagliato sul sito: "il calo dei carburanti tradizionali risulta più evidente a decorrere dal 2010 in concomitanza con l'abolizione dell'agevolazione fiscale ("Carte vallée") sancita con l'entrata in vigore della legge regionale n. 51 del 23 dicembre 2009. Ad accentuare ulteriormente il calo dei consumi hanno contribuito anche l'aumento delle accise sui carburanti e l'aumento delle quotazioni del petrolio sui mercati internazionali che hanno fatto lievitare in modo esponenziale il prezzo. A contribuire ulteriormente al calo dei consumi ha, senza dubbio, inciso pesantemente la crisi economica che sta interessando l'Unione Europea e l'Italia in modo particolare".
C'è sempre da chiedersi, ma ormai fa parte della Storia di una vicenda su cui la Regione ad un certo punto ha sbracato, come mai a sopprimere le agevolazioni sui carburanti non sia stato lo Stato, abrogando la norma del dopoguerra "in attesa della Zona Franca", ma la Regione stessa con sua legge. Ma par di capire che le evidenti responsabilità "tafazziane" non hanno influenzato le scelte successive degli elettori, almeno nella loro veste di automobilisti con la benzina ormai cara come il fuoco. Certo è che la diminuzione dei consumi e la necessità di razionalizzare la rete distributiva hanno falcidiato il numero dei distributori di carburanti in Valle d'Aosta, che oggi sono una sessantina, cui si è aggiunto anche da noi - ragione in più per molte chiusure - il fenomeno delle "pompe bianche", cioè quelle prive di marchio che riescono a spuntare prezzi più competitivi, come si dice oggi "low cost". Se non ci fosse il costo dei trafori alpini anche in Valle si evidenzierebbe il fenomeno dei "pieni" in Francia e in Svizzera, dove la fiscalità non ha raggiunto i deliranti livelli italiani e si supera il cinquanta per cento sul costo totale. Quando ho visto i prezzi dei carburanti a Dubai mi è venuto da svenire... A chi, come me, ha memoria degli anni del boom della motorizzazione e della conseguente apertura massiccia di distributori di benzina, fa impressione oggi vedere lo stato di abbandono di aree di servizio del passato. In quasi tutti i Comuni valdostani, per non parlare delle vallate ormai prive di impianti, ci sono "cadaveri" di vecchie stazioni, difficilmente riciclabili ad altri usi. Come delle carcasse di animali morti, rimaste lì come segno del cambiamento. Lo stillicidio di chiusure di queste aree - una sorta di cimitero delle stazioni di servizio - è ormai talmente rapido che ogni tanto mi sfugge l'ultimo decesso. Come un flash, l'altro giorno, a fianco alla caserma dei pompieri di Aosta, mi sono accorto del panorama diverso, per una sosta in una zona normalmente a traffico veloce. Un distributore chiuso se lo sta rimangiando la natura ed è diventato in fretta un segno di degrado. Nella stessa città di Aosta ci sono e ci saranno altri casi. Mi pare che, tranne rare eccezioni, idee innovative per il loro riutilizzo non ce ne siano.